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La vittima di racket e il carabiniere: come abbiamo fatto arrestare gli estorsori del clan
A Fanpage.it, l’imprenditore Raffaele Vitale e il maresciallo dei Carabinieri Ivan Molinari raccontano la trappola organizzata dopo la richiesta del pizzo.
L’imprenditore Raffaele Vitale e il maresciallo Ivan Molinari hanno raccontato la storia di come hanno organizzato una trappola per catturare un estorsore del clan dopo che è stata fatta la richiesta del pizzo.
“Gli tendo la busta, lui la afferra, io con la mano sinistra gli prendo il polso e da uno sguardo di arroganza, di prepotenza, era cambiato: aveva fatto uno sguardo completamente diverso, come un agnellino”. In quel momento l’estorsore del clan capisce che la sua corsa è finita: viene arrestato e portato in carcere. È stato l’epilogo di un’operazione antiracket che si è conclusa nel migliore dei modi grazie a Raffaele Vitale, l’imprenditore a cui era stato chiesto il pizzo, e Ivan Molinari, il maresciallo capo dei Carabinieri che ha coordinato la “trappola”.
È il luglio 2016 quando a Raffaele Vitale arriva la richiesta di pagare il pizzo per poter lavorare sul campo sportivo che gestisce. Dopo essere stato seguito da tre persone che lo minacciavano, si reca dai carabinieri per denunciare la situazione. A quel tempo, Vitale non sapeva nemmeno dell’esistenza delle associazioni antiracket e non aveva mai vissuto esperienze simili. Viene accompagnato alla Compagnia dei Carabinieri dove si organizza la trappola per catturare gli estorsori.
La trappola viene organizzata con l’aiuto dei carabinieri che si nascondono nel campo sportivo, ma finisce che l’incontro viene spostato altrove in un parcheggio. Vitale va all’appuntamento accompagnato da due carabinieri nascosti in auto. Quando l’estorsore arriva e afferra la busta con i soldi, Vitale lo afferra per il polso e scopre di essere in trappola. Successivamente ci sarà un tentativo di fuga e infine l’arresto dell’estorsore e dei suoi complici.
Questo episodio ha portato alla condanna dell’estorsore e dei suoi complici, dimostrando che denunciare situazioni di racket non è semplice ma le Istituzioni sono pronte ad intervenire.
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Scontro tra ragazzi, 16enne bloccato con pistola a Casoria
16enne di Casavatore denunciato per colpi a salve a Casoria
Un giovane di 16 anni residente a Casavatore è stato denunciato dai carabinieri per aver sparato dei colpi a salve durante una lite avvenuta a Casoria, vicino a Napoli. La situazione si è risolta senza incidenti grazie all’intervento tempestivo delle forze dell’ordine.
La situazione ha avuto luogo ieri sera a Casoria, quando i carabinieri sono stati allertati dal suono di colpi d’arma da fuoco in una zona residenziale. Giunti sul posto, hanno individuato il giovane dietro un’automobile, armato di una pistola. Solo in seguito si è scoperto che l’arma era una replica privata del tappo rosso, evitando così una tragedia imminente. Il giovane è stato denunciato per minaccia aggravata e porto d’armi.
Intervento dei carabinieri e risoluzione della situazione
I militari sono arrivati in via Achille del Giudice intorno alle 22 e, in pochi minuti, hanno ricostruito quanto accaduto. Una rissa tra giovani sarebbe stata scatenata da motivi futili, finendo con tre spari che hanno fatto scattare il panico tra i presenti. I carabinieri hanno rinvenuto tre bossoli a salve e hanno individuato il responsabile nascosto tra le auto parcheggiate nelle vicinanze.
Nonostante la presenza della pistola nelle sue mani, i carabinieri sono riusciti a disarmare il giovane senza incidenti. Durante la perquisizione sono stati trovati addosso al ragazzo delle dosi di marijuana, motivo per cui è stato segnalato alle autorità competenti. Il 16enne è stato affidato ai genitori e la vicenda sarà segnalata alla Procura per i Minorenni e ai servizi sociali.
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Terremoto a Napoli: in corso sciame sismico ai Campi Flegrei
Sciami sismici alle Campi Flegrei: le ultime notizie
Una serie di circa cinquanta scosse sismiche si sono verificate stanotte, con tre di esse avvertite chiaramente nella zona dei Campi Flegrei a Napoli. Si tratta di un nuovo sciame sismico che sta interessando l’area.
Ultima scossa di magnitudo 3.9 ai Campi Flegrei
Il terremoto di magnitudo 3.9 sulla scala Richter registrato ai Campi Flegrei alle 5.44 di sabato 27 aprile 2024 è stato il più forte evento sismico nel contesto dello sciame sismico in atto nella zona della caldera vulcanica. L’evento è stato avvertito chiaramente tra Bacoli, Pozzuoli, Quarto, e diversi quartieri di Napoli, coinvolgendo tutta l’area occidentale.
Dal momento che alle ore 1.38 è iniziato uno sciame sismico con 47 eventi registrati nella zona dei Campi Flegrei, la Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile è stata allertata e ha contattato le strutture locali del Servizio Nazionale della Protezione Civile.
In seguito all’evento di magnitudo 3.9, si sono verificate altre due scosse avvertite chiaramente dalla popolazione: una alle 8.15 (magnitudo 0.5, profondità 2.4 km) e la successiva alle 8.18 (magnitudo 2.0, profondità 2.5). Le autorità della Protezione Civile e i Vigili del Fuoco non hanno segnalato danni dovuti a queste scosse.
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Bimbo di 13 mesi ucciso da pitbull: punti chiave dell’inchiesta a Eboli
La tragedia di Eboli: punti da chiarire
La morte del bambino di 13 mesi sbranato da due cani pitbull in una villetta di Eboli ha scosso l’opinione pubblica, ma ci sono ancora molti aspetti da indagare e chiarire. I tempi dei soccorsi, la posizione del bambino al momento dell’aggressione, e il destino dei due cani, sono solo alcune delle questioni che necessitano di approfondimenti.
Indagini in corso sulla tragedia
La Procura della Repubblica di Salerno ha avviato un’indagine che coinvolge i padroni dei due cani coinvolti nell’aggressione, i due zii del bambino e la madre del piccolo. Si ipotizza un’accusa di omicidio colposo per omessa custodia degli animali, alla luce delle ferite letali rilevate sull’autopsia del bambino. È necessario fare luce su quanto accaduto e individuare eventuali responsabilità.
Attualmente, la Procura sta acquisendo tabulati telefonici per verificare i tempi della richiesta di soccorsi. Quanto tempo è passato tra l’attacco dei cani e la chiamata al pronto intervento? Questi dettagli sono essenziali per comprendere appieno la dinamica dell’evento.
Posizione della vittima e destino dei cani
Un altro punto da chiarire è la posizione del bambino al momento dell’aggressione. Testimonianze indicano che il piccolo si trovava in braccio allo zio quando è stato attaccato dai pitbull. Gli sforzi per salvarlo sono stati vani, ma è importante stabilire con precisione come si siano svolti i fatti.
Infine, il destino dei due cani coinvolti è ancora incerto. Totò e Pablo, i nomi dei pitbull, sono attualmente in custodia sanitaria e giudiziaria in attesa di una decisione sul loro futuro. Potranno essere rieducati o considerati pericolosi e abbattuti? I funerali della giovane vittima hanno sollevato il tema della regolamentazione del possesso di cani aggressivi in Italia, sollevando dubbi e preoccupazioni nella comunità.
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