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Il figlio del boss Minichini utilizzava un metodo insolito per far entrare la droga in carcere

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Il figlio del boss Minichini utilizzava un metodo insolito per far entrare la droga in carcere

Il leader criminale Michele Minichini riceveva marijuana durante i colloqui in prigione; la faceva passare tramite simulazione di un bacio con la sorella e la compagna.

Il capo criminale Michele Minichini, conosciuto come “Tiger”, chiedeva insistentemente ai suoi familiari di fargli avere droga durante la sua detenzione. Inoltre, era molto attento al modo in cui veniva confezionata, un aspetto cruciale per il suo elaborato sistema: l’avrebbe fatta passare attraverso un bacio e l’avrebbe ingerita, per poi recuperarla più tardi. Questa circostanza è emersa nell’ambito di un’operazione che ha portato all’esecuzione di 31 provvedimenti cautelari da parte dei Carabinieri e della Polizia contro il cartello di camorra di Napoli Est, composto dai clan De Luca Bossa – Minichini – Casella – Reale – Rinaldi.

L’operazione investigativa è il seguito di quella che ha portato all’arresto di circa sessanta persone nell’ottobre 2022; secondo gli inquirenti, il gruppo era riuscito a ottenere il controllo nella periferia est della città, grazie anche alla loro connessione con l’Alleanza di Secondigliano e, in particolare, con il clan Contini.
Controllo sulle case popolari Secondo le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia di nome Tommaso Schisa, figlio di Luisa De Stefano, nota anche come “la pazzignana”, che in passato ha ricoperto un ruolo di spicco nel clan di cui porta il cognome, i Minichini avevano il controllo della gestione delle case popolari a Ponticelli. Decidendo chi doveva ricevere un alloggio, chi poteva venderlo e chi doveva subirne la confisca, tutto a nome del clan.

Detenuto rientra in carcere con droga e cellulari, scoperto grazie al cane Spike

La droga passava durante i colloqui in carcere Il sistema utilizzato per far entrare la droga è stato ricostruito dagli investigatori attraverso intercettazioni durante i colloqui. Nel corso di una di queste conversazioni, avvenuta il 10 aprile 2019, Michele Minichini parlava con la sua compagna Gabriella Onesto e la cugina Mariarca Gala. Durante la conversazione, Minichini si assicurava che il pacchetto fosse ben sigillato: “È ben arrotolato? Perché se me lo ingoio… se si apre… quando si apre nello stomaco…”. Successivamente, le telecamere riprendevano il momento della consegna: Mariarca Gala passava qualcosa a Minichini, che prendeva l’oggetto e lo metteva prima in tasca e poi nel retto. Secondo i magistrati, tutti i segni sembravano indicare che si trattasse di sostanze stupefacenti.

In un’altra intercettazione, datata 22 maggio 2019, Minichini parlava con sua sorella e le diceva: “Mettitelo in bocca e me lo passi con un bacio… giusto?”. Tuttavia, l’involucro era troppo grande e aveva difficoltà a inghiottirlo; anche le immagini delle telecamere mostravano un rigonfiamento sulla sua guancia. Minichini spiegava quindi come confezionare la prossima consegna di marijuana, per poi concludere dicendo: “Devo fare un cannone enorme di erba, devo distribuirla in tutto il reparto”.

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.

Dettagli sull’omicidio

Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.

Ipotesi sulla dinamica del delitto

Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.

Dettagli dell’incidente

Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.

Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.

Interventi d’emergenza

Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.

Confessione del Reoconfesso

Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.

I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.

Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni

Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.

Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.

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