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“Apriamo immediatamente i Servizi di Emergenza negli ospedali universitari”: mobilitazione a Napoli

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“Apriamo immediatamente i Servizi di Emergenza negli ospedali universitari”: mobilitazione a Napoli

È urgente l’attivazione dei Servizi di Emergenza negli ospedali universitari, la situazione sanitaria in Campania è critica: mobilitazione e protesta del Gruppo Venti23.

La rivolta

A Napoli e nelle altre province campane si lamenta l’enorme afflusso di pazienti ai Pronto Soccorso degli ospedali. Nel principale ospedale del capoluogo, il Cardarelli, da anni si vive una situazione difficile e drammatica nell’accesso al Pronto Soccorso, con centinaia di persone al giorno e tempi di attesa sempre più lunghi per gli interventi.

Gli utenti si lamentano, il personale medico, paramedico, infermieristico e gli operatori sanitari sono esausti a causa del sovraccarico di lavoro, tanto che sempre meno professionisti scelgono di operare nel triage e nei casi di emergenza. Inoltre, la frustrazione per i tempi di attesa a volte sfocia in inaccettabili atti di violenza contro il personale ospedaliero.
Quali soluzioni potrebbero essere adottate? Sicuramente, una possibilità potrebbe essere l’apertura dei Servizi di Emergenza negli ospedali universitari. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, responsabile della sanità, ne ha discusso, ma poi non sono state messe in pratica le sue parole.

Rapina e furto di pistola a un agente di sicurezza presso l’ospedale Maresca di Torre del Greco

Oggi, in seguito a una serie di segnalazioni pubbliche e dibattiti, il Gruppo Venti23, che unisce il mondo medico, quello politico e l’attivismo, insieme a Medicina Democratica, Forum Diritti e Salute e Collettivo di lotta per la Salute Mentale, si è mobilitato, organizzando un presidio in piazza Miraglia davanti al Primo Policlinico, per distribuire volantini sia ai residenti che ai turisti del centro storico. L’obiettivo era ricordare a De Luca l’importanza di aprire immediatamente i Servizi di Emergenza presso gli ospedali universitari. A parlare è Franco Maranta, già consigliere regionale di Rifondazione Comunista, uno dei politici campani che si è dedicato completamente alla sanità, sia per gli utenti che per il personale ospedaliero “in prima linea”:

Finalmente, i cittadini si stanno rendendo conto del degrado della sanità pubblica, che sembra senza fine. I servizi di qualità, le diagnosi e gli interventi più redditizi vengono sempre più spostati alla sanità privata convenzionata. I servizi sanitari territoriali di medicina generale e di assistenza ai pazienti psichici e carcerati sono stati eliminati. Per evitare le lunghe liste di attesa, si deve pagare privatamente i medici, affrontare viaggi in altre regioni del Nord o rinunciare alle cure. Basta fare un giro in un qualsiasi centro privato per analisi e diagnosi a Napoli dal lunedì al venerdì: code infinite di persone che, spesso al di là delle loro possibilità economiche, pagano di tasca propria per ecografie, analisi del sangue, risonanze magnetiche, tomografie, visite pneumologiche e visite oculistiche che altrimenti in ospedale richiederebbero mesi e mesi di attesa, vista la lunga e inaccettabile lista d’attesa. Maranta continua a descrivere la situazione:

Gli ospedali, colpiti da tagli ingiusti ai finanziamenti e ai posti di lavoro, e con il personale ridotto in miseria sia nel salario che nella dignità professionale, stanno affrontando difficoltà e collassi. I Pronto Soccorso si sono trasformati in un luogo di scarico sociale, dove si paga il prezzo della decisione di aziendalizzare e regionalizzare il Servizio Sanitario Nazionale. È indispensabile lottare, non solo limitarsi alle critiche per obiettivi immediati, come l’apertura di nuovi Pronto Soccorso nelle strutture universitarie fino ad ora trascurate, ma anche bonificare i servizi territoriali ormai smantellati. E garantire la libertà agli operatori sanitari di poter criticare in modo costruttivo le proprie aziende sanitarie. Fermiamo qui e ora l’eclissi della salute.

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.

Dettagli sull’omicidio

Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.

Ipotesi sulla dinamica del delitto

Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.

Dettagli dell’incidente

Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.

Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.

Interventi d’emergenza

Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.

Confessione del Reoconfesso

Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.

I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.

Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni

Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.

Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.

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