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Minore scarcerato dopo l’accusa di stupro delle due cuginette a Caivano. La sua frequenza scolastica invocata come difesa
Uno dei membri del gruppo accusato di aver stuprato due cuginette nel Parco Verde è stato rilasciato dal centro di detenzione giovanile di Nisida e collocato in una comunità. La Procura ha presentato un ricorso contro questa decisione.
La difesa di uno dei 14enni arrestati per lo stupro delle due cuginette di 12 e 10 anni ha sottolineato il fatto che è uno dei pochi membri del gruppo a frequentare regolarmente la scuola e ha un comportamento adeguato. Per questo motivo, il Tribunale dei Minori ha concesso il suo rilascio con collocazione in comunità. Tuttavia, la Procura dei Minorenni ha fatto ricorso chiedendo il ripristino della custodia in carcere. La petizione sarà discussa il prossimo 24 ottobre presso il Tribunale del Riesame.
Nel caso in questione, sono stati arrestati nove giovani. Per i due maggiorenni e sei dei minorenni, è stata disposta la custodia in carcere, mentre l’ultimo è stato collocato in una comunità. Il 14enne è stato trasferito dall’ipm di Nisida il 5 ottobre dopo la decisione del gip del Tribunale per i Minorenni. Secondo l’indagine condotta dai carabinieri, le due cuginette, entrambe residenti nel Parco Verde, sono state ripetutamente vittime di stupro da parte del gruppo di adolescenti. Gli abusi sono avvenuti anche in una struttura fatiscente nell’area dell’ex isola ecologica (mai entrata in funzione) e nella Villa Comunale di Caivano. Alcuni video degli stupri sono stati ritrovati nei telefoni degli indagati e sono stati utilizzati per identificare i membri del gruppo e le loro azioni.
Le accuse nei confronti degli indagati vanno dalla violenza sessuale di gruppo alle minacce. Anche coloro che hanno assistito alle violenze senza parteciparvi direttamente sono stati accusati di stupro di gruppo. Secondo gli inquirenti, la semplice presenza delle persone nel gruppo ha contribuito a intensificare la forza del branco. Uno dei maggiorenni è inoltre accusato di revenge porn, poiché ha inviato a un altro indagato uno dei video delle violenze che aveva ricevuto sul suo telefono.
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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui
Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.
Dettagli sull’omicidio
Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.
Ipotesi sulla dinamica del delitto
Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.
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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano
Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.
Dettagli dell’incidente
Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.
Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.
Interventi d’emergenza
Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.
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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia
Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.
Confessione del Reoconfesso
Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.
I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.
Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni
Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.
Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.
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