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Rapine nella zona del Vesuvio: 6 arrestati, polizia impedisce due colpi “in diretta”

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Rapine nella zona del Vesuvio: 6 arrestati, polizia impedisce due colpi “in diretta”

Ordinanza cautelare per i presunti membri di una gang di rapinatori che operava nel Vesuviano, 2 sono fratelli.

Immagine a scopo illustrativo

Quattro episodi, due riusciti e due sventati, tutti attribuiti allo stesso gruppo di rapinatori attivo tra Torre Annunziata e Pompei, nella provincia di Napoli. Stamattina è stata eseguita l’ordinanza di custodia in carcere per i presunti membri della banda: sei persone sono state arrestate, di cui due già detenute per altri reati, tra cui due fratelli.

Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli e dai poliziotti del commissariato di Pompei, sono iniziate il 12 febbraio scorso, dopo la rapina in un bingo a Pompei. Due criminali mascherati, uno dei quali armato, erano entrati nel “Re Bingo 2” e erano fuggiti con un bottino di circa 16mila euro. L’automobile usata per la rapina era stata trovata bruciata a Boscoreale poco dopo. Gli investigatori hanno analizzato le telecamere di sorveglianza sia pubbliche che private e hanno individuato due fratelli come sospetti; nelle loro case sono stati trovati oggetti compatibili con quelli utilizzati per la rapina.
Durante le indagini, che comprendevano anche intercettazioni telefoniche, è emerso che uno dei due fratelli era responsabile anche di un’altra rapina in un bar tabacchi di Pompei il 24 marzo 2023. In quell’occasione erano state rubate 7.500 euro in contanti e tabacchi del valore di circa 1.500 euro. Il complice era stato arrestato in flagranza di reato.

Rapina nel bar-ricevitoria di Pompei: dipendenti e clienti lo pestano e lo cacciano fuori

I due fratelli, insieme ai altri 4 indagati coinvolti nell’ordinanza di custodia, sono anche accusati di due tentativi di rapina avvenuti il successivo 29 aprile ai danni di un supermercato e di una ricevitoria del lotto a Torre Annunziata; gli agenti li hanno intercettati durante le fasi preparatorie e sono intervenuti negli esercizi commerciali durante i colpi, impedendo ai criminali di compiere le rapine.

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.

Dettagli sull’omicidio

Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.

Ipotesi sulla dinamica del delitto

Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.

Dettagli dell’incidente

Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.

Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.

Interventi d’emergenza

Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.

Confessione del Reoconfesso

Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.

I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.

Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni

Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.

Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.

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