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I misteri nascosti di Rosetta Cutolo che rimarranno per sempre tali
La sorella del famigerato boss della Nuova Camorra Organizzata è scomparsa oggi all’età di 87 anni; ha a lungo guidato l’organizzazione criminale durante la detenzione di “don Raffaele”.
Le segrete macchinazioni della Nuova Camorra Organizzata, le finanze del cartello criminale, gli accordi con gli altri clan. Ma soprattutto i legami con la politica, i nomi e i volti di coloro che si sono accordati con Raffaele Cutolo e hanno sfruttato il suo potere e l’organizzazione della camorra per favori reciproci che coinvolsero la criminalità organizzata, lo Stato, i servizi segreti, le Brigate Rosse. Una serie di domande che Rosetta Cutolo, la sorella del “Professore”, scomparsa oggi all’età di 87 anni, porterà nella tomba: ha sempre rifiutato di parlare con gli investigatori, limitandosi a raccontare frammenti della sua vita, dipingendo suo fratello come un altruista, e nascondendosi dietro frasi come “non so” e “non ricordo” quando le domande diventavano più specifiche.
Scomparsa la sorella di Raffaele Cutolo, donna di potere nella NCO
Una figura chiave, quella di Rosetta Cutolo, di nome Domenica Rosa, che ha ereditato il cognome di famiglia come suo fratello: anche sulla sua lapide compare il soprannome “‘e monache”, ossia “delle monache”. Ma con il superboss ha condiviso anche molto altro: secondo gli investigatori, è stata una vera donna di camorra, che ha gestito le operazioni del cartello criminale durante i decenni di incarcerazione di “don Raffaele”, occupandosi di estorsioni e fungendo da rappresentante del fratello sul territorio.
Nel settembre 1981, quando le forze dell’ordine irrompono nello storico Castello Mediceo di Ottaviano, roccaforte e simbolo del potere della Nuova Camorra Organizzata, interrompendo una riunione tra i clan, la cercano anche lei. Ispezionano le 50 stanze e trovano le mappe delle divisioni territoriali nel Napoletano tra i clan e anche i registri contabili, nascosti in una nicchia scavata nel muro e coperti da un quadro, ma di Rosetta non vi è traccia; è fuggita, probabilmente con l’aiuto di don Giuseppe Romano, un prete della famiglia Cutolo e di molti affiliati.
Domenica In intervista la madre di Giovanbattista Cutolo: “Ergastolo per i babykiller, manifestazione a Roma il 9 ottobre”
Inizia così una fuga che durerà 12 anni, durante i quali gli investigatori cercano di rintracciare Rosetta senza successo. Segnalazioni arrivano da ogni parte del mondo: le informazioni la localizzano in Europa, anche in Sudamerica. Nel 1990 riesce nuovamente a sfuggire all’arresto, anche questa volta per un soffio: le forze dell’ordine arrivano al convento che l’aveva ospitata e protetta, ma lei è già fuggita, sicuramente avvisata, ancora una volta un passo avanti rispetto agli investigatori grazie alla sua vasta rete di contatti. Le manette arrivano 3 anni dopo, quando si costituisce: “Sono Rosetta”. Una resa probabilmente frutto di una lunga trattativa che coinvolse, oltre a Raffaele Cutolo, anche i servizi segreti. Deve scontare quasi 10 anni di carcere, poi ridotti a 6 per buon comportamento, dopodiché torna ad Ottaviano. Ma non prima di un’esperienza teatrale: nel 1999, insieme ad altre detenute del carcere di Sollicciano, porta in scena al Teatro della Pergola “Filomena Marturano” di Eduardo De Filippo; il suo ruolo? quello della protagonista.
“Quando sarete liberi, mandate un fiore a Rosetta”
Raffaele Cutolo ha trascorso un totale di 57 anni in carcere. Ha fondato e guidato la Nuova Camorra Organizzata da dietro le sbarre, e anche durante la sua latitanza, dopo l’evasione spettacolare dal manicomio criminale di Aversa (“Non sono evaso… sono stato allontanato, rumorosamente”, avrebbe poi dichiarato Cutolo in un’intervista), il superboss non è mai stato in grado di operare sul territorio. Per questo motivo, gli investigatori ritengono che la sorella maggiore, più dei suoi altri fratelli, inclusi Pasquale, fosse il suo tramite. Gli affiliati, appena usciti di prigione, dovevano “mandare un fiore” a lei, cioè inviare denaro che avrebbe alimentato le casse del clan ma soprattutto il sistema di assistenza sociale che Cutolo aveva istituito, garantendo uno stipendio alle famiglie dei detenuti e assistenza legale. Per questo motivo, Rosetta Cutolo può essere considerata la custode dei veri segreti di “don Raffaele”. Inclusi quelli destinati a rimanere sepolti per sempre, soprattutto i suoi rapporti con i servizi segreti per la liberazione dell’assessore democristiano Ciro Cirillo e tutte le agevolazioni concesse a Raffaele Cutolo, comprese le visite dei principali affiliati che, sebbene latitanti, entravano nelle carceri accompagnati dai servizi segreti.
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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui
Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.
Dettagli sull’omicidio
Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.
Ipotesi sulla dinamica del delitto
Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.
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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano
Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.
Dettagli dell’incidente
Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.
Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.
Interventi d’emergenza
Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.
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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia
Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.
Confessione del Reoconfesso
Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.
I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.
Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni
Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.
Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.
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