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“Mangiare smettere tua madre?” La comunicazione segreta dei truffatori anziani e la selezione delle vittime

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“Mangiare smettere tua madre?” La comunicazione segreta dei truffatori anziani e la selezione delle vittime

I carabinieri hanno arrestato 5 individui sospettati di far parte di una banda specializzata nella truffa del “falso nipote”; sono stati ricostruiti 25 casi in 4 province.

La banda utilizzava degli alias per comunicare tra di loro. La vittima, chiamata “maglione”, era selezionata tra gli anziani soli. La “mamma” era il trasfertista che, guidato dal telefonista, consegnava il pacco annunciato dal falso nipote e incassava il denaro. Il “panino” rappresentava i soldi e gli oggetti di valore da spartire. Questi erano i codici usati dalla banda di truffatori smascherata dai carabinieri, responsabile di 25 truffe, delle quali 20 riuscite. Cinque dei membri sono stati arrestati questa mattina dai militari della Compagnia Centro, che hanno precedentemente arrestato altre cinque persone durante le indagini.

Per comunicare tra di loro, i membri della banda utilizzavano telefoni-citofono che permettevano loro di rimanere in contatto anche quando il falso corriere arrivava a casa della vittima. Nell’ordinanza si è scoperto il codice usato per depistare le indagini. Durante una conversazione intercettata, due dei sospettati menzionavano “mamma”. Per gli investigatori, questo termine si riferiva al trasfertista, colui incaricato di truffare materialmente la vittima. “Mangiare smettere tua madre?” dicevano, indicando che il colpo non era riuscito, che il complice non era riuscito ad ottenere il “panino”, ovvero i soldi e i gioielli consegnati dagli anziani ingannati. Come nel caso di una donna che aveva persino dato al truffatore la sua collanina, un gioiello d’importanza affettiva che era un regalo del marito.

La banda considerava questa attività come una professione e si chiamava l’un l’altro “collega”. Parlare dei loro appuntamenti era chiamato “lavoro”. Le telefonate venivano gestite da una base logistica, in via Duomo, che fungeva da call center. Le indagini coprono il periodo tra maggio 2020 e l’estate 2021, compreso il primo lockdown dovuto all’epidemia di Covid. Durante quelle settimane, la banda non si è fermata, anzi si è specializzata, migliorando la selezione delle vittime. I telefonisti erano in grado di capire fin dall’inizio se la persona al telefono era abbastanza anziana da essere una potenziale “maglione”. La maggior parte delle truffe è stata perpetrata in piccoli centri, dove gli anziani spesso rimangono soli in casa perché i giovani si trasferiscono altrove. La maggior parte dei colpi è stata commessa a Sorrento, Piano di Sorrento, Castellabate, Formia, Gaeta e Minturno, così come in piccoli comuni nella zona di Napoli come Villaricca e Volla.

I sospettati cercavano vittime che avessero ridotto o eliminato i contatti con i parenti a causa delle restrizioni anti Covid-19, presumendo che sarebbero state più facili da ingannare. Preferivano i piccoli centri anche per il loro ritmo di vita più rilassato e per la maggiore fiducia che le vittime mostravano. Tuttavia, le truffe sono state commesse anche in centri più popolosi come Napoli, Caserta, Castellammare di Stabia, Torre del Greco e Acerra. Questo dimostra che i telefonisti erano in grado di ingannare anziani di ogni luogo.

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.

Dettagli sull’omicidio

Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.

Ipotesi sulla dinamica del delitto

Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.

Dettagli dell’incidente

Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.

Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.

Interventi d’emergenza

Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.

Confessione del Reoconfesso

Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.

I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.

Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni

Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.

Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.

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