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La scoperta della fabbrica clandestina di sigarette: Tony Colombo e Tina Rispoli coinvolti nel finanziamento del boss Di Lauro

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La scoperta della fabbrica clandestina di sigarette: Tony Colombo e Tina Rispoli coinvolti nel finanziamento del boss Di Lauro

backstair / Camorra Entertainment

Nell’indagine contro il clan Di Lauro è stata scoperta anche la prima fabbrica clandestina di sigarette, sequestrata ad Acerra nel 2018: era finanziata anche dal cantante e dalla moglie.

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Camorra Entertainment: Tony Colombo e Tina Rispoli

Il traffico di sigarette è stato da sempre una delle passioni del boss Paolo di Lauro. Anche suo figlio Vincenzo, che ha assunto la leadership del clan dopo l’arresto del fratello Marco, ha pensato a un’impresa legata al contrabbando di sigarette: ma anziché limitarsi al semplice traffico, ha deciso di produrle direttamente. L’iniziativa, però, non è andata a buon fine: quando la fabbrica era pronta, alla fine del 2018, la Guardia di Finanza è intervenuta sequestrandola. I dettagli dell’operazione sono stati ricostruiti dagli investigatori e sono stati diffusi nelle ordinanze di custodia cautelare eseguite questa notte dai carabinieri; tra i fermati, oltre al secondo figlio di “Ciruzzo il Milionario”, anche Tony Colombo e Tina Rispoli, accusati di complicità esterna in associazione mafiosa.

La fabbrica di sigarette del clan Di Lauro

Anche il collaboratore di giustizia Salvatore Tamburrino ha parlato del caso, rivelando che l’idea di Vincenzo Di Lauro era nata dopo un incontro con degli individui bulgari. I soldi per avviare l’attività sono stati raccolti tramite un metodo che il clan Di Lauro aveva sempre evitato: l’estorsione ai commercianti, una pratica che aveva ottenuto il sostegno popolare a Secondigliano ai tempi di suo padre. Grazie a estorsioni e altre attività illegali, il clan avrebbe raccolto poco più di 500mila euro. Secondo gli investigatori, Raffaele Rispoli, luogotenente e uomo di fiducia del boss nonché fratello di Tina Rispoli, era responsabile delle operazioni nella fabbrica. Dai dispositivi di intercettazione, risalenti alla fine del 2018, emerge anche il coinvolgimento diretto della donna e di suo marito, il cantante Tony Colombo; quest’ultimo ha anche creato insieme a Vincenzo Di Lauro il marchio di abbigliamento “Corleone”, che in passato è stato promosso tramite una vistosa campagna pubblicitaria coinvolgendo personaggi noti dello spettacolo all’insaputa di quest’ultimi.

Gli sviluppi delle indagini

Il coinvolgimento di Tony Colombo e Tina Rispoli Verso la fine del 2018, le indagini mettono in luce movimenti sospetti: il gruppo guidato da Raffaele Rispoli si sta rifornendo di attrezzature e materiali per produrre sigarette. La Guardia di Finanza riesce a monitorare un incontro ad Acerra, in via Varignano al civico 62, dove sorge il capannone che sarebbe diventato la fabbrica; vi partecipano membri del gruppo e un bulgaro, il referente italiano dell’organizzazione bulgara che era coinvolta nell’operazione insieme a Di Lauro. Tony Colombo e Tina Rispoli avrebbero partecipato all’impresa, fornendo un finanziamento di 35mila euro tramite Raffaele Rispoli. Il coinvolgimento del cantante emerge anche da altre prove: ha cercato un altro capannone vicino a Roma, che secondo gli investigatori sarebbe stato destinato alla produzione di sigarette, ed è stato intercettato mentre parla con Raffaele Rispoli della fabbrica ad Acerra. In una conversazione tra i due, si accordano per un versamento di 5mila euro che il cantante lascia a casa per un ritiro futuro.

In un’altra conversazione, si parla apertamente delle sigarette contraffatte. È il 22 novembre 2018, Rispoli invia a Colombo una foto della confezione di sigarette “Regina” contraffatte e gli informa che è tutto pronto per partire, ma di non dirlo ancora a nessuno dei loro contatti. Secondo gli inquirenti, quando la fabbrica è stata ultimata sarebbe stata in grado di produrre 400 casse di sigarette contraffatte al giorno, con i marchi “Regina” e “Diana”, pari a 4 tonnellate; nel corso delle operazioni lavoravano 11 cittadini stranieri, tra moldavi, bulgari e ucraini. Tuttavia, il 7 dicembre 2018, la Guardia di Finanza ha fatto irruzione nel capannone di Acerra e ha sequestrato tutto: si trattava della prima fabbrica clandestina di sigarette scoperta nella zona di Napoli. Lo stesso giorno, Colombo ha inviato alcuni messaggi a Rispoli: “Rafe’, ho visto… siamo in TV, se puoi passa”. I coniugi parlano poi del sequestro, sempre tramite chat, senza capire come le forze dell’ordine abbiano scoperto il capannone. Colombo invia a Rispoli la foto di un articolo di giornale e lei chiede: “Sei sicuro che sia quello?”. Lui risponde: “Sì, è il capannone ad Acerra”. In seguito, Colombo manda anche dei messaggi al suo manager dell’epoca, Stefano Garnier. “Abbiamo perso tutto, persino gli occhi”, gli dice. E quando Garnier gli chiede se è coinvolto anche lui, il cantante risponde: “Certo”.

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.

Dettagli sull’omicidio

Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.

Ipotesi sulla dinamica del delitto

Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.

Dettagli dell’incidente

Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.

Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.

Interventi d’emergenza

Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.

Confessione del Reoconfesso

Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.

I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.

Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni

Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.

Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.

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