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“Voglio farti male, ti metto sotto, ti annebbio”: le richieste minacciose per ottenere aiuti dal Comune

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“Voglio farti male, ti metto sotto, ti annebbio”: le richieste minacciose per ottenere aiuti dal Comune

Minaccia per mesi il sindaco di Pietradefusi perché vuole un sostegno economico: arrestato e agli arresti domiciliari per atti persecutori, violenza e minacce.

Il sindaco Gaetano Musto

Ha minacciato per mesi il sindaco di Pietradefusi, perché pretendeva che il Comune gli concedesse dei sostegni economici. Alla fine, i carabinieri lo hanno arrestato e condotto agli arresti domiciliari per atti persecutori, violenza e minaccia a pubblico ufficiale. Fonamentali sono state anche le testimonianze di alcune persone, dai familiari della vittima, ai dipendenti del Comune, passando per gli stessi assistenti sociali comunali ai quali l’uomo si rivolgeva perché, in situazione di difficoltà economica, pensava di averne diritto.

Secondo quanto riferito dalle autorità, l’uomo si era presentato più volte negli uffici comunali negli ultimi mesi pretendendo “sostegni economici” di vario tipo. Ogni volta le richieste erano accompagnate da minacce del tipo “ti faccio a pezzi”, oppure “vengo a casa tua, ti faccio del male a te ed alla tua famiglia”, o ancora “ho una pistola seppellita”, “ti metto a fuoco”, “ti ammazzo, ti distruggo, ti sparo”, “come sei arrivato là, ti faccio cadere, te la faccio pagare”. Tutte queste espressioni sono state registrate e riportate dai carabinieri durante le indagini. In una telefonata ai militari dell’Arma aveva perfino dichiarato di voler uccidere il sindaco Musto. In un’altra occasione, durante un controllo sulla strada provinciale 128, aveva addosso un coltello e aveva confermato l’intenzione di uccidere il sindaco. Alla fine, oggi l’uomo è stato raggiunto dai carabinieri e messo agli arresti domiciliari per ordine della Procura della Repubblica di Benevento (competente per il territorio dell’Alta Irpinia) per atti persecutori, violenza e minacce nei confronti del sindaco del comune di Pietradefusi, Gaetano Musto.

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.

Dettagli sull’omicidio

Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.

Ipotesi sulla dinamica del delitto

Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.

Dettagli dell’incidente

Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.

Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.

Interventi d’emergenza

Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.

Confessione del Reoconfesso

Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.

I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.

Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni

Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.

Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.

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