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La Procura guidata Nicola Gratteri dovrà indagare sulla grande situazione finanziaria che riguarda Napoli
Venerdì 20 ottobre è il giorno di Nicola Gratteri, che assumerà il ruolo di procuratore capo presso l’ufficio inquirente più grande d’Italia, quello di Napoli. Arriva da Catanzaro con una personalità da uomo d’azione, per alcuni aspra (per essere gentili). In un’intervista al Corriere della Sera, ha descritto una giornata tipica, che sembra quella di un lavoro instancabile: “Lavoro dalle 8 alle 20, con fino a 10 riunioni al giorno, pranzo consumato in ufficio”. Vive sotto scorta da 35 anni e ha recentemente rifiutato i biglietti omaggio per le partite del Calcio Napoli offerti dal presidente Aurelio De Laurentiis.
A parte le curiosità personali e la sua carriera, Gratteri si trova ora di fronte a un compito importante. Entra in scena in una Napoli che sta vivendo un profondo cambiamento nel suo tessuto sociale e socio-economico. Bisogna chiedersi, chi detiene il potere a Napoli oggi? Sicuramente il mondo imprenditoriale di una volta è scomparso, l’industria è in crisi in tutta la città, così come la capacità della politica di gestire i processi (ma non solo a Napoli).
Il primo problema è che Napoli e la sua provincia hanno un alto numero di amministrazioni comunali sotto commissione, soggette a indagini o politici sotto inchiesta. E queste indagini spesso si intrecciano con la criminalità organizzata. In secondo luogo, quello che un tempo chiamavamo semplicemente “camorra” non ha più carismatici capi come negli anni ’80 né super boss. Questo lo affermano i rapporti della Direzione Antimafia e dei Servizi d’intelligence: il gangsterismo non ha più leader territoriali, si è ridotto a un livello ancora più basso. Lo spaccio di droga e il racket rimangono ancora le principali fonti di entrate per i clan storici e i gruppi emergenti, che conquistano il territorio attraverso estorsioni, omicidi e alleanze tra bande.
Il procuratore Gratteri dovrà anche trovare nuovi modi per coordinare il lavoro della sua Procura con quella che si occupa dei minori. Infatti, una percentuale sempre maggiore delle attività criminali a Napoli e provincia coinvolge i minori, affiliati ai clan o che operano per conto proprio. È impossibile prescindere da una collaborazione tra i magistrati che si occupano dei minori e quelli che si occupano degli adulti. Inoltre, c’è la questione dell’enorme afflusso turistico che Napoli sta vivendo in questi anni post-pandemici. Questo ha portato a una crescita del settore immobiliare legato ai bed and breakfast e alle case vacanza, così come all’apertura di bar, pub, ristoranti e trattorie.
Napoli si è trasformata in una lavanderia di denaro contante: non è difficile supporre che in alcuni casi i proventi delle attività illegali vengano reinvestiti nel legittimo settore turistico della città. Quante persone lavorano in nero nel settore turistico? Quante rispettano le regole di base? Quante usano i social network per mascherare, nascondere e occultare la corruzione? Quanta influenza ha la pubblicità dei media nel deviare l’attenzione, come dimostra l’ultima indagine su Secondigliano e Scampia? È necessaria l’azione di chi conosce bene la camaleontica natura delle attività criminali, pronte a cambiare pelle per adattarsi alle circostanze. E in questo, Gratteri potrebbe davvero essere il magistrato in grado di fare la differenza.
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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui
Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.
Dettagli sull’omicidio
Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.
Ipotesi sulla dinamica del delitto
Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.
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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano
Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.
Dettagli dell’incidente
Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.
Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.
Interventi d’emergenza
Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.
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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia
Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.
Confessione del Reoconfesso
Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.
I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.
Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni
Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.
Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.
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