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La celebre commedia “Natale in Casa Cupiello” di Vincenzo Salemme debutta il 1 novembre a Napoli
La prima rappresentazione si è tenuta ieri sera al Teatro Mancinelli di Orvieto. Dal 1 al 10 novembre sarà invece in scena al Teatro Diana di Napoli. Salemme: “Questo è il mio tributo a Eduardo”.
“Natale in Casa Cupiello” di Vincenzo Salemme è pronto per la sua prima rappresentazione. Ieri sera, al Teatro Mancinelli di Orvieto, in Umbria, la celebre commedia di Eduardo De Filippo, diretta e interpretata per la prima volta da Salemme, ha debuttato con successo: “Un’impresa difficile – ha commentato l’attore napoletano (anche se originario di Bacoli) – che ha fatto tremare le mie mani e il mio cuore”. A partire dal 1 novembre, la commedia sarà in scena a Napoli, presso il Teatro Diana, per 10 giorni di spettacolo indimenticabile.
Salemme: “Questo è il mio tributo a Eduardo”
Vincenzo Salemme ha voluto condividere le sue emozioni riguardo alla serata di debutto:
Ieri sera, al Teatro Mancinelli di Orvieto, abbiamo alzato il sipario per la prima volta su “Natale in Casa Cupiello”, uno spettacolo diretto e interpretato da me e dal resto del cast. Il pubblico ci ha accolto con affetto e non ha fatto pesare la sfida che ha fatto tremare le mie mani e il mio cuore. Sono felice di aver trasmesso al pubblico in sala la mia passione nel rendere omaggio a un grande uomo di teatro, a un capolavoro come questo, che rappresenta un’epoca che ha segnato l’inizio della mia carriera nel mondo del teatro. Nel corso degli ultimi mesi, Salemme ha ricordato il suo rapporto con Eduardo, ricordando il loro primo incontro a Cinecittà e il lavoro che hanno svolto insieme sul palcoscenico:
Napoli sotto un sole stranamente caldo di ottobre, solo pochi negozi decorati per Natale
“Ho conosciuto Eduardo nel 1977” – ha dichiarato Salemme – Sono andato a Cinecittà per fare un provino per una delle sue commedie che stava registrando per la Rai. L’ho incontrato durante una pausa delle riprese. Aveva addosso lo scialle color vinaccia sfumato, un pigiama e i pantaloni che finivano dentro i calzettoni di lana. Indossava il costume della commedia più bella, dolce, divertente, emozionante, intensa, malinconica e festosa di tutti i tempi: “Natale in Casa Cupiello”.
E ancora: “Sono passati ben 46 anni da allora. Nel frattempo sono diventato un attore a tempo pieno e, dopo aver avuto l’onore di lavorare con Eduardo negli ultimi due anni della sua carriera, ho continuato a frequentare il suo magnifico teatro grazie ai 12 anni passati nella compagnia di suo figlio, Luca. Negli ultimi 30 anni, ho scritto e messo in scena commedie e spettacoli scritti da me. Ho anche avuto la fortuna di lavorare nel cinema come attore, regista e sceneggiatore. Ma la voglia di tornare in quella casa degli anni ’40, di sentire il freddo del dopoguerra attenuato dagli allestimenti del presepe, di rivedere quel prototipo di ragazzo grande interpretato in modo indimenticabile da Luca De Filippo, la voglia di sentire il suono delle zampogne che accompagnano le passioni travolgenti e incontrollabili della figlia, la voglia di rivedere la disperazione di Concetta/Pupella, le sue lacrime davanti alla minaccia di distruzione della famiglia, la voglia di abbracciare l’impotenza di Luca Cupiello di fronte alle promesse disilluse della vita, questa voglia non mi ha mai abbandonato”. E conclude:
Ecco perché ho deciso di portare in scena questo capolavoro. E di farlo nel modo in cui ho imparato a fare il mio lavoro: con semplicità e amore. Amore per le mie radici, amore per Eduardo, per Luca, amore per quei Natali passati davanti alla televisione, per scaldare il cuore con qualche struffolo e una partita a tombola. Quindi, Buon “Natale in Casa Cupiello” a tutti!
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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui
Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.
Dettagli sull’omicidio
Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.
Ipotesi sulla dinamica del delitto
Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.
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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano
Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.
Dettagli dell’incidente
Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.
Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.
Interventi d’emergenza
Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.
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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia
Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.
Confessione del Reoconfesso
Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.
I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.
Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni
Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.
Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.
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