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Solo il 18,9% dei migranti rimpatriati, inefficacia evidente: a Napoli presentato lo Studio sul fenomeno migratorio 2023
Il sistema di espulsione dei migranti costerà 42,5 milioni di euro fino al 2025, secondo le previsioni della legge finanziaria approvata a fine 2022. Tuttavia, i Centri di permanenza per il rimpatrio continuano a dimostrarsi inefficaci nel risolvere la crisi migratoria.
Immagine di repertorio
Nel corso del 2022, su oltre 500.000 stranieri senza permesso di soggiorno nel paese, soltanto 36.770 hanno ricevuto un’ordinanza di espulsione. Questi sono alcuni dei dati dello “Studio statistico sul fenomeno migratorio 2023” presentato il 26 ottobre alle ore 10.30 nella sede di Dedalus Cooperativa Sociale di Napoli. Lo studio è stato realizzato da IDOS Centro Studi e Ricerche, in collaborazione con Centro Studi Confronti e Istituto di Studi Politici “S. Pio V”.
Risulta sorprendente che, su questi 500.000 migranti, soltanto il 18,9% (4.304 persone) sia effettivamente rimpatriato. Questo dato solleva dubbi sull’efficacia delle misure adottate dal governo. Come evidenziato nello studio, nonostante l’aumento dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr), il tasso di rimpatrio rimane estremamente basso. Attualmente, il dibattito pubblico si concentra sulla questione dell’immigrazione irregolare al fine di limitare le richieste di asilo. Lo studio mette in evidenza una discrepanza tra le intenzioni politiche e la realtà dei fatti. Uno degli aspetti principali del rapporto è l’incapacità del sistema detentivo e dei Cpr di rimpatriare effettivamente la metà dei detenuti. Questi centri rappresentano un’onerosa spesa, con 56 milioni di euro destinati solo alla gestione degli ultimi tre anni, oltre alla violazione dei diritti umani. Nel 2022, 6.383 migranti sono passati attraverso i Cpr, ma solamente il 49,4% è stato rimpatriato.
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Questo indica che l’espansione delle strutture detentive non ha portato a un aumento significativo nel tasso di rimpatrio. La legge finanziaria di fine 2022 ha stanziato 42,5 milioni di euro nel triennio 2023-2025 per potenziare i Cpr con 206 nuovi posti, senza considerare i costi del personale di polizia e della manutenzione delle strutture. Riguardo alle nuove politiche introdotte, come il Decreto Cutro, lo studio evidenzia il loro allargamento della detenzione amministrativa. Il decreto consente la detenzione anche per coloro che richiedono protezione e provengono da Paesi designati come “sicuri”, se non dispongono di passaporto o di una garanzia finanziaria “idonea”, stabilita a 4.938 euro. Questo ampliamento delle casistiche per la detenzione solleva preoccupazioni riguardo al rispetto dei diritti umani dei richiedenti asilo.
Secondo lo studio, questi dati evidenziano la necessità di una critica valutazione delle attuali politiche migratorie in Italia, mettendo in luce le sfide legate all’efficacia delle misure adottate e ai costi, sia umani che finanziari. Il governo deve stabilire chiari obiettivi per affrontare la crescente crisi migratoria e trovare un equilibrio tra diritti umani, sicurezza e accoglienza.
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Deceduta in ospedale dopo ore di attesa per il ricovero: indagati 17 medici a Sarno
La Procura di Nocera Inferiore, situata in provincia di Salerno, sta indagando sulla morte di una donna di 79 anni avvenuta all’ospedale di Sarno. Secondo i familiari, la donna avrebbe atteso due ore prima di essere ricoverata.
I Medici Coinvolti nell’Indagine
In risposta alla tragica morte di A. M., la 79enne deceduta nel Pronto Soccorso dell’ospedale “Martiri di Villa Malta” di Sarno lo scorso 17 agosto, la Procura di Nocera Inferiore ha iscritto diciassette medici nel registro degli indagati. Questo passo è un atto dovuto per consentire gli accertamenti e l’autopsia, prevista per questa settimana. Attualmente, l’accusa formulata è quella di omicidio colposo.
Le Condizioni della Paziente
La donna era stata portata in ospedale nella mattinata, accusando forti dolori addominali che non erano diminuiti nemmeno dopo l’assunzione di farmaci prescritti dal medico di base. Dopo essere stata sottoposta al triage, avrebbe atteso circa due ore prima di essere trasferita in reparto, dove le sue condizioni sarebbero rapidamente peggiorate fino al decesso. I familiari della defunta hanno denunciato la lunga attesa prima del ricovero ai carabinieri di Sarno.
L’inchiesta della procura mira a verificare se siano stati rispettati tutti i protocolli e se vi siano state eventuali negligenze o imperizie da parte del personale sanitario. L’autopsia sarà cruciale per determinare le cause del decesso e comprendere se l’attesa denunciata dai familiari abbia contribuito in qualche modo alla morte della donna.
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Raid armato in pizzeria a Castellammare, minacciano cassiera e scappano sparando in aria
Malviventi fuggiti con il Bottino
Una rapina a mano armata ha scosso una pizzeria di Castellammare di Stabia, dove i malviventi hanno minacciato i dipendenti con una pistola prima di fuggire col bottino, esplodendo un colpo in aria durante la fuga. Le indagini sono attualmente in corso a cura dei carabinieri.
La Dinamica della Rapina
I malviventi sono entrati nella pizzeria, che a quell’ora era piena di clienti, intorno alle 21:00 di mercoledì 21 agosto 2024. Hanno immediatamente puntato la pistola in faccia alla cassiera e alla figlia del titolare, diffondendo il terrore tra i dipendenti e gli avventori. Dopo essersi fatti consegnare l’incasso giornaliero, stimato attorno ai 500 euro, sono fuggiti. Durante la fuga, hanno esploso un colpo d’arma da fuoco in aria, ma per fortuna non ci sono stati feriti. Tuttavia, la figlia del titolare, fortemente scossa, ha avuto un malore ed è stata trasportata d’urgenza in ospedale.
Indagini in Corso
I carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia stanno attivamente indagando sul caso. Sono stati già ascoltati i testimoni presenti al momento della rapina e non si esclude la possibilità di acquisire i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona per ricostruire in dettaglio la dinamica degli eventi e identificare i responsabili. La Prefettura di Napoli ha deciso di intensificare i controlli delle forze dell’ordine in tutta la provincia per prevenire ulteriori episodi di crimine.
Questa vicenda ha generato grande apprensione e paura tra il personale della pizzeria e i suoi clienti, mettendo in evidenza l’urgenza di adottare misure di sicurezza più stringenti per proteggere i cittadini e le attività locali.
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Proibito nuotare nelle spiagge di Capaccio Paestum, Torre Annunziata, Torre del Greco ed Ercolano
La balneazione è vietata in alcune spiagge della Campania a causa del superamento dei limiti microbiologici. Arpac ha dichiarato che i superamenti sono legati al maltempo e che verranno effettuati nuovi controlli durante il weekend.
Spiagge Interessate
La balneazione è stata vietata in diverse spiagge della Campania a causa dell’inquinamento del mare. Le località colpite sono Torre del Greco, Torre Annunziata, Ercolano e Capaccio. La comunicazione di Arpac è arrivata proprio nel cuore dell’estate, con le spiagge affollate di turisti. Secondo Stefano Sorvino, presidente di Arpa Campania, i limiti dei parametri microbiologici sono stati superati a seguito delle piogge intense di lunedì e martedì. In specifico, lo sforamento riguarda parametri microbiologici come la presenza di batteri Escherichia coli.
Le spiagge interdette alla balneazione includono:
- Ercolano: tratto ex bagno Risorgimento
- Torre Annunziata: tratti Villa Tiberiade, lido Azzurro, Spiaggia Molo Ponente
- Capaccio Paestum: tratti Villaggio Merola, Casina D’Amato, Ponte di Ferro, Torre di Paestum, Foce Acqua dei Ranci
- Torre del Greco: tratti Litoranea Nord, Litoranea Sud, Stazione Santa Maria La Bruna
Cause e Monitoraggio
Molto probabilmente gli sforamenti sono stati causati dagli eventi meteorologici recenti. La pioggia intensa ha portato detriti e sporcizia dai canali verso il mare, aggravando la situazione. Le autorità locali sono state invitate a emanare ordinanze per interdizione alla balneazione e a richiedere controlli straordinari, che verranno eseguiti tra domani e sabato. Se le condizioni meteorologiche rimarranno normali, ci si aspetta che la conformità delle acque verrà ristabilita.
Secondo Sorvino, si tratta di un problema contingente e temporaneo dovuto ai cambiamenti climatici che hanno causato violenti fenomeni meteorologici. I controlli ordinari di Arpac seguono un programma obbligatorio stabilito per legge per tutelare la salute pubblica. In queste circostanze speciali, però, essi possono essere integrati con monitoraggi straordinari e suppletivi, compatibilmente con le possibilità organizzative.
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