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La criminalità organizzata prende il controllo di Genova: locale sequestrato intestato a un prestanome
Un bar sul Lungomare di Pegli, a Genova, interamente gestito da affiliati al Rione Traiano. Un prestanome era utilizzato come “copertura” per Angelo Russo, già condannato in via definitiva per reati di traffico di droga. Tuttavia, per il giudice, non ci sono prove di un coinvolgimento mafioso.
Un locale a Genova sequestrato e sei persone indagate dalla Guardia di Finanza ligure: le indagini delle Fiamme Gialle liguri hanno portato alla scoperta di un esercizio commerciale gestito da Angelo Russo attraverso un prestanome. Russo, originario del Rione Traiano di Napoli e attualmente detenuto, era stato già condannato dalla Corte d’Appello di Napoli nel 2011 per traffico di droga. È stato arrestato a Genova nel 2019 durante un’operazione antidroga della Procura della Repubblica di Napoli, in quanto ritenuto parte di una rete di narcotrafficanti con base a Napoli.
Il “Libeccio”, un esercizio commerciale sul Lungomare di Pegli a Genova, era intestato a un prestanome di Angelo Russo, originario della provincia di Napoli ma residente da tempo a Genova, dove lavorava come barista. Dalle indagini è emerso che il locale era gestito da Russo e da persone di sua fiducia, tra cui suo figlio Mario, recentemente ferito in un attentato nel Rione Traiano. Tra gli altri “gestori” c’erano anche la sorella di Russo, il figlio di un latitante di spicco della camorra dal 2002 e un’altra persona. Dal 2018, secondo le indagini, il locale era stato gestito tramite l’uso di prestanome per evitare eventuali sequestri derivanti dai gravi reati per cui Russo era stato condannato. Inoltre, Russo stesso aveva finanziato la completa ristrutturazione del locale con capitali di dubbia provenienza, secondo quanto afferma la Procura, dopo che l’attività era stata incendiata dolosamente nel 2016, quando era ancora gestita dai precedenti proprietari.
Sono state adottate misure cautelari per tutti: Angelo Russo è stato posto in custodia cautelare in carcere; suo figlio Mario, il rampollo del boss latitante e la terza persona coinvolta sono stati messi agli arresti domiciliari; la sorella di Russo e il prestanome del locale sono stati sottoposti all’obbligo di dimora con presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Il locale “Libeccio” è stato sequestrato preventivamente e continuerà ad essere gestito da un amministratore giudiziario. Le accuse per tutti loro includono il trasferimento fraudolento di valori, ma il giudice per le indagini preliminari non ha ritenuto sussistente l’aggravante dell’associazione di stampo mafioso nota come camorra.
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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui
Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.
Dettagli sull’omicidio
Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.
Ipotesi sulla dinamica del delitto
Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.
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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano
Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.
Dettagli dell’incidente
Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.
Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.
Interventi d’emergenza
Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.
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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia
Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.
Confessione del Reoconfesso
Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.
I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.
Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni
Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.
Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.
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