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Ristorante-pizzeria aperto nel Bosco di Capodimonte: il forno che ha dato vita alla prima Margherita 200 anni fa è ancora operativo
Aprono le porte nel Bosco di Capodimonte la caffetteria bistrot e la pizzeria dove è stata inventata la celebre pizza margherita. Il menù offre piatti tradizionali come timpani, sformati e minestre. Ecco i giorni di apertura del locale.
La caffetteria bistrot e la pizzeria del Giardino Torre del Real Bosco di Capodimonte apriranno nel luogo in cui nel 1889 fu cucinata la prima pizza margherita della storia, in occasione della visita della Regina Margherita di Savoia a Napoli. Il forno che ha dato vita a quella pizza è ancora presente e, dopo essere stato restaurato, tornerà a cucinare altre deliziose pietanze dopo 134 anni. Il locale sarà gestito da Delizie Reali e si trova sul margine nordorientale del Bosco, con l’ingresso più vicino a Porta Miano. Nel bistrot sarà possibile assaggiare piatti tipici della cucina napoletana, preparati con prodotti locali coltivati nell’orto adiacente o provenienti da produttori del territorio. Il taglio del nastro del Giardino Torre avverrà domani, sabato 28 ottobre 2023, con due giorni di festa e numerosi eventi anche per i bambini. L’apertura al pubblico invece avverrà a partire dal 31 ottobre 2023. La pizzeria sarà aperta solo a pranzo durante i weekend.
Gli orari del ristorante-pizzeria nel Bosco di Capodimonte Il Giardino Torre sarà aperto tutti i giorni a partire dal 31 ottobre, dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 17. Per preservare la bellezza del giardino e il ricco patrimonio botanico, verrà consentito l’ingresso di massimo 150 persone contemporaneamente. Il costo del biglietto d’ingresso per gli adulti è di 5 euro (gratuito per i bambini fino a 12 anni). Chi prenota al bistrot avrà l’ingresso gratuito.
Ogni settimana sono previste visite guidate al giardino storico. Per informazioni e prenotazioni chiamare i numeri 366.629.6466 – 081.2241770. Il forno dove è stata cucinata la prima pizza margherita Il menù della caffetteria bistrot: cucina napoletana con ingredienti a km 0 L’antico Casamento Torre borbonico è stato restaurato e trasformato in un locale elegante e funzionale. La parte centrale originale risale al Settecento, quando il giardino era conosciuto come Delizie dei Borbone. L’obiettivo del progetto è unire orti e cucina. Il sito cerca di mantenere la sua destinazione originaria di azienda agricola e giardino produttivo, ma anche di luogo di svago, museo vivente, laboratorio permanente di cucina mediterranea basata sui principi di biodiversità e sostenibilità, centro educativo per l’alimentazione e la botanica.
La caffetteria bistrot, allestita negli spazi dell’antico Casamento, tra gli ambienti interni e il cortile, sarà il luogo ideale per una colazione, una merenda genuina, un succo di agrumi fresco o una torta appena sfornata. A pranzo, si potranno gustare i prodotti di stagione provenienti dagli orti della tenuta e da altri piccoli produttori locali. La filosofia è quella della filiera corta e della stagionalità: dal campo alla tavola. La cucina sarà semplice e tradizionale, ispirata ai principi della dieta mediterranea, alla stagione in corso e alla ricca tradizione culinaria napoletana, con timpani, sformati e minestre grasse e magre. Gli orti del Giardino Torre del Bosco di Capodimonte La pizzeria aperta solo a pranzo il sabato e la domenica Il progetto gastronomico include anche la Pizzeria del Giardino, situata accanto al forno storico, scoperto nella corte del Casamento. L’obiettivo è preservare la memoria storica di questo luogo. Il forno, voluto da Ferdinando II, era una delle delizie dei Borbone e successivamente dei Savoia. Si racconta che proprio qui nel 1889 sia stata preparata la prima pizza Margherita, in onore della Regina Margherita, moglie del Re Umberto I.
Accanto al forno storico, che sarà utilizzato solo per occasioni speciali e celebrative, è stato installato un nuovo forno a legna per l’ordinaria attività della pizzeria, nei giorni di sabato e domenica. L’offerta si completa con lo Shop Delizie Reali, dove sarà possibile acquistare conserve, succhi di frutta, marmellate e liquori realizzati con i prodotti coltivati e raccolti nel Giardino Torre. In occasione di questa apertura al pubblico, Le Nuvole – Teatro Arte Scienza, in collaborazione con Delizie Reali Scarl, proporrà due giornate di passeggiate guidate tra gli storici frutteti, gli agrumeti e i vialetti del giardino dedicati alla coltivazione di frutta esotica amata dai Borbone. Le visite partiranno alle 11:00 e alle 12:00. Per i più piccoli, ci sarà anche un laboratorio didattico chiamato “Arcimboldo. Laboratorio artistico sulle composizioni vegetali”, ispirato alle opere del famoso pittore manierista. La partecipazione è gratuita e limitata a un massimo di 25 persone alla volta. L’appuntamento è presso Porta Miano alle 10:15 e alle 11:15, dove il personale dedicato accompagnerà i visitatori (per informazioni e prenotazioni arte@lenuvole.com). La storia del restauro Il Giardino e il Casamento Torre si trovano sul margine nordorientale del Bosco di Capodimonte e costituivano la Real Fruttiera dei Borbone, un giardino di delizie, vivai e una vera e propria azienda agricola. Un attento lavoro di ricerca e studio ha guidato il recupero di questi luoghi nella loro interezza architettonica e paesaggistica, sotto la supervisione della società “Delizie Reali Scarl”, vincitrice del bando di gara europeo nel 2018 per il programma di valorizzazione e gestione degli immobili e delle pertinenze del Bosco di Capodimonte. Grazie a questo progetto, questi luoghi di straordinaria importanza storico-culturale sono stati restituiti alla collettività.
L’intervento di restauro, curato dalle società Euphorbia srl e Minerva srl, ha coinvolto il vasto patrimonio botanico e gli edifici settecenteschi, tra cui il Casamento Torre, il nucleo centrale del giardino, il Giardino dei Fiori (la parte più preziosa del complesso, accanto alla torre, dove si possono ancora ammirare un boschetto di camelie dell’Ottocento, fontane e serre settecentesche) e il Giardino della Purpigniera, dove un tempo venivano coltivate piante ornamentali in vaso e dove ancora oggi si possono trovare sementi di bulbi, un gelso, limoni sfusati di Amalfi e Calabresella. Nel Giardino Torre è stato piantato il primo mandarino di Napoli nel 1817, per allietare le tavole dei Borbone durante l’inverno, e qui è stata costruita la prima “stufa” per coltivare l’ananas. Il giardino riapre con circa 600 piante, tra agrumi (aranci, mandarini, chinotti, bergamotti, pompelmi e limoni), alberi da frutto (pere, pesche, albicocche, susine e ciliegi), frutti esotici amati dai Borbone come ribes, ananas e lamponi, oltre a ortaggi e piante aromatiche. Al centro della Real Fruttiera si erge un maestoso esemplare di Canforo alto 20 metri, uno degli alberi monumentali più importanti del Real Bosco di Capodimonte. Attorno a esso, come ai tempi dei Borbone, vengono coltivati pomodori, peperoncini, cavoli e zucchine. Nel progetto Delizie Reali è incluso anche la Stufa dei Fiori Tisaneria e Bistrot, che nasce dalla ristrutturazione della serra ottocentesca accanto all’ex Palazzina dei Principi, inaugurata nella primavera del 2021, e si inserisce nel più ampio Masterplan voluto dal direttore Sylvain Bellenger per dare una nuova vita ai 17 edifici borbonici presenti nel sito straordinario di Capodimonte, finora inaccessibili. La gestione del Giardino e del Casamento Torre prevede una serie di attività integrate, tra cui produzione agricola, lavorazione e trasformazione di ortaggi e frutta, programmi didattici, promozione culturale, ristorazione consapevole e sostenibile, educazione alimentare ed etnobotanica. Inoltre, coinvolge una comunità attiva composta da associazioni culturali, cooperative sociali e piccole imprese locali virtuose.
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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui
Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.
Dettagli sull’omicidio
Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.
Ipotesi sulla dinamica del delitto
Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.
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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano
Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.
Dettagli dell’incidente
Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.
Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.
Interventi d’emergenza
Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.
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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia
Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.
Confessione del Reoconfesso
Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.
I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.
Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni
Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.
Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.
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