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Avviso arancione per i Campi Flegrei: l’errore di Musumeci
Non ha senso parlare di allerta arancione per i Campi Flegrei, è stato un errore commesso dal ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, nel comunicato del 31 ottobre sulla crisi bradisismica nell’area di Napoli e Pozzuoli. Musumeci ha sollevato la possibilità di innalzare il livello di allerta da giallo ad arancione, creando preoccupazione tra i residenti nella zona rossa. Questa decisione è stata presa in seguito alle valutazioni della commissione Grandi rischi e di numerosi specialisti.
Tuttavia, le parole del ministro andavano contestualizzate correttamente, considerando che erano rivolte ai giornali e alla popolazione. Ma ciò non è stato fatto.
Vediamo ora passo per passo il comunicato della Protezione Civile sui Campi Flegrei. Si legge:
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L’attività vulcanica nei Campi Flegrei, legata al bradisismo, è in continuo cambiamento. Non è escluso che, se questa situazione dovesse perdurare, si possa passare al livello di allerta arancione. Il governo, con le sue strutture operative e scientifiche, sta monitorando costantemente la situazione in collaborazione con le istituzioni locali. I Campi Flegrei sono un vulcano attivo da sempre. È una realtà che possono causare terremoti e, in ultima analisi, eruzioni vulcaniche. Ma perché il ministro ha scelto di parlare in questo modo? C’è un’aggravamento della situazione? In questo comunicato è reso noto il parere della Commissione Grandi Rischi – Settore rischio vulcanico, che si è riunita il 27 e 28 ottobre per approfondire ulteriormente i fenomeni in corso nella zona dei Campi Flegrei.
Cosa hanno stabilito gli esperti, italiani e stranieri, convocati per discutere della questione? Sulla base delle informazioni e delle valutazioni fatte, la Commissione ha rilevato che ci sono evidenze del coinvolgimento di magma nel processo bradisismico di sollevamento del suolo. Inoltre, ritiene che i processi in corso possano evolversi ulteriormente, sebbene non tutti gli specialisti siano concordi su questa interpretazione.
La corretta disposizione della Protezione Civile è di essere pronti ad affrontare un’eventuale emergenza. La procedura attuale è sicuramente complessa e questo va detto. Inoltre, è importante sottolineare che la popolazione non è adeguatamente preparata e le vie di fuga non sono adeguate. Non a caso è stato varato un decreto apposito. Se fossimo vicini al livello di allerta arancione, che indica un’emergenza imminente, il Dl Campi Flegrei sarebbe già entrato in vigore e molte persone dovrebbero essere pronte a lasciare le proprie case oggi stesso. Ma non è così. Infine, l’ultimo passaggio del comunicato stampa sottolinea l’importanza di intensificare i monitoraggi da parte dei centri di competenza e di prepararsi a un livello di allerta superiore a quello attuale. Il Dipartimento ha chiesto agli istituti di geofisica e vulcanologia di implementare ulteriormente il sistema di monitoraggio per rilevare tempestivamente eventuali variazioni nello stato del vulcano.
È positivo aumentare i monitoraggi e dare più potere alla scienza e agli specialisti. Forse il comunicato del ministro Musumeci avrebbe dovuto iniziare da questo aspetto anziché spaventare mezzo milione di persone con il termine “allerta arancione”. Non a caso, il sindaco metropolitano di Napoli, Gaetano Manfredi, e i sindaci di Pozzuoli, Luigi Manzoni, Napoli, Gaetano Manfredi, e Bacoli, Josi Gerardo della Ragione, hanno richiesto pubblicamente a Musumeci e alla Protezione Civile di fare attenzione alle parole utilizzate nella comunicazione, considerando gli effetti sulla popolazione e sull’economia dei Campi Flegrei. È necessaria chiarezza, senza nascondere nulla, ma utilizzando un linguaggio trasparente anziché quello allarmistico.
Questo articolo è stato scritto da un giornalista professionista e capo servizio a Napoli su Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA ed è autore di diversi libri.
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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui
Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.
Dettagli sull’omicidio
Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.
Ipotesi sulla dinamica del delitto
Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.
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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano
Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.
Dettagli dell’incidente
Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.
Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.
Interventi d’emergenza
Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.
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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia
Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.
Confessione del Reoconfesso
Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.
I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.
Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni
Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.
Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.
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