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Tre ragazzi colpiscono con esplosioni alla facciata di Santa Chiara, incluso il fratello del boss assassinato
- I tre ragazzi, di età 13, 12 e 12 anni, sono stati sorpresi e riportati alle autorità dai carabinieri. Sono stati quindi consegnati ai loro genitori.
I tre giovani napoletani hanno fatto esplodere dei petardi sulla facciata della Basilica di Santa Chiara, uno dei monumenti gotici più noti di Napoli, molto frequentato dai turisti e dai visitatori. Dopo che alcuni cittadini hanno allarmato le forze dell’ordine, i ragazzi sono stati colti in flagrante dai carabinieri e segnalati alle autorità giudiziarie per esplosione pericolosa e non autorizzata. Successivamente, sono stati restituiti alle famiglie. L’intero episodio è avvenuto ieri sera ed è stato documentato da un video girato con un cellulare e successivamente diffuso sui social media. Si dice che uno dei ragazzi sia il fratello di un boss ucciso nel centro storico.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia Centro, che hanno intercettato i tre ragazzi mentre facevano esplodere i petardi nel piazzale adiacente alla basilica di Santa Chiara, frequentato da residenti, turisti e bambini. Gli agenti hanno anche sequestrato 62 fuochi d’artificio di tipo Zeus e miniciccioli. Qualche giorno fa, un altro gruppo di ragazzi – non gli stessi coinvolti nella questione dei petardi – era stato sorpreso in un altro video diventato virale, a imbrattare con graffiti le mura esterne di Santa Chiara.
Francesco Emilio Borrelli, parlamentare di Alleanza Verdi-Sinistra, ha commentato l’incidente, dichiarando: “Bisogna fermare le baby-gang che stanno prendendo il controllo del centro storico. Questi tre ragazzi seminano il caos a Spaccanapoli, terrorizzando residenti e turisti con comportamenti vandalici. Dobbiamo porre fine a questa situazione”.
È fondamentale intervenire sulle famiglie di questi ragazzi, che potrebbero essere chiamati a risarcire i danni causati. Si può notare chiaramente che questi giovani presentano gravi carenze educative ed etiche. Da anni chiediamo una maggiore vigilanza sulle strade del centro storico, dove regnano la criminalità, i raid, i furti, le rapine e le baby-gang che seminano il panico tra la folla correndo spericolatamente in moto.
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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui
Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.
Dettagli sull’omicidio
Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.
Ipotesi sulla dinamica del delitto
Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.
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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano
Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.
Dettagli dell’incidente
Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.
Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.
Interventi d’emergenza
Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.
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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia
Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.
Confessione del Reoconfesso
Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.
I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.
Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni
Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.
Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.
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