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Tragica morte di Claudio Taglialatela durante rapina

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Tragica morte di Claudio Taglialatela durante rapina

Il 9 dicembre 2003, Claudio Tagliatela viene ucciso durante una tentata rapina a via Seggio del Popolo a Napoli. Lo studente, 22 anni, si era accorto di essere finito nel “mirino” dei rapinatori, ma non in fa in tempo a scappare.

Il 9 dicembre del 2003, lo studente Claudio Tagliatela viene ucciso durante una tentata rapina nel cuore di Napoli. Aveva 22 anni e viveva a Portici, nel Vesuviano, anche se era nato a Battipaglia, in provincia di Salerno. A quell’omicidio assiste, o meglio ascolta tutto a telefono, un amico con il quale aveva appuntamento. Il presunto killer morirà a sua volta suicida in carcere nel gennaio del 2004, e per la sua morte dunque nessuno ha mai pagato.

Era un martedì sera come tanti, quel 9 dicembre 2003, in via Seggio del Popolo a Napoli. Una traversa, come tante, del corso Umberto I, comunemente definito “Rettifilo”, a due passi da via Duomo e da piazza Nicola Amore. Claudio Tagliatela, 22 anni appena, si trova in auto, in attesa che un amico che viveva là lo raggiungesse. Si trova davanti al portone, lo chiama e gli dice che è arrivato, può scendere. Ma mentre pronuncia queste parole, nota una, forse due persone, che si aggirano nei pressi della zona. Claudio è sveglio: ha da poco terminato il servizio di leva come ausiliario nei Carabinieri, e capisce subito che quei due in realtà lo stanno tenendo d’occhio.

Michele Di Bari è il nuovo prefetto di Napoli, Claudio Palomba al Viminale

Un colpo di pistola per essersi “rifiutato” di essere rapinato. Non si è mai capito se avessero puntato all’automobile, al portafoglio o al cellulare stesso. Fatto sta che nonostante la corsa disperata in ospedale, per il giovane studente di Portici, non si può fare altro che constatarne la morte. I genitori, disperati, vedono un barlume di giustizia nel gennaio successivo, quando viene arrestato Arturo Raia, 28 anni, e sospettato di essere quello dei due che ha aperto il fuoco, ed è anche ritenuto vicino al clan dei Mazzarella. La giustizia però non fa in tempo neanche a convalidarne l’arresto: due giorni dopo essere stato portato a Poggioreale, il 9 gennaio 2004, Arturo ‘o pazzo si impicca in cella, forse perché abbandonato anche dal clan, si ipotizzò all’epoca, piuttosto che per veri sensi di colpa. L’altra persona che era con lui, alla guida del motorino, non è mai stata trovata. Vent’anni di dolore e ricordi per i genitori di Claudio I genitori, negli anni successivi, faranno di tutto per non far dimenticare il sacrificio di Claudio: a piazza Nicola Amore, a pochi metri da dove aveva perso la vita, fanno installare interamente a loro spese una targa in sua memoria. La madre, professoressa di liceo, organizza assiduamente un torneo di pallavolo a lui dedicato. Il padre va nelle scuole a ricordare il figlio, scomparso giovanissimo. Il 4 febbraio 2021, un male incurabile uccide anche lui, Peppe Tagliatela. Ma mantenere viva la memoria di Claudio, c’è oggi non solo la moglie Maria, ma anche le associazioni di Libera, di don Peppe Diana, e tutti coloro che ancora combattono contro le mafie, a tutte le latitudini. Claudio Taglialatela è stato poi riconosciuto vittima innocente della criminalità organizzata dal Ministero dell’Interno.

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.

Dettagli sull’omicidio

Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.

Ipotesi sulla dinamica del delitto

Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.

Dettagli dell’incidente

Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.

Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.

Interventi d’emergenza

Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.

Confessione del Reoconfesso

Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.

I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.

Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni

Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.

Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.

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