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Napoli: 24 varchi per la movida, 300 unità in campo per le feste natalizie

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Napoli: 24 varchi per la movida, 300 unità in campo per le feste natalizie

Il neo prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha coordinato un piano di sicurezza per le festività natalizie, con un focus sulla presenza rafforzata delle forze dell’ordine in strada. Il piano prevede 320 unità tra Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, supportati da personale della Polizia Locale e della Polizia Metropolitana di Napoli. Le attività si concentreranno sulla sorveglianza dei luoghi di ritrovo e della movida, con particolare attenzione ai 24 “varchi di accesso” che verranno presidiati per garantire il rispetto delle normative e prevenire affollamenti pericolosi.

I controlli saranno intensificati soprattutto nei luoghi della movida, con l’individuazione di 24 varchi di accesso presidiati dalle forze di polizia. I principali punti di controllo saranno i baretti di Chiaia, il quartiere Vomero, i Quartieri Spagnoli e le strade del centro storico tra piazza Bellini, San Pietro a Maiella, San Domenico Maggiore e piazza del Gesù. L’obiettivo è prevenire situazioni di pericolo e garantire il rispetto delle normative in vigore.

Inoltre, per prevenire situazioni di rischio durante le festività, è stata emessa un’ordinanza sindacale, su richiesta della Questura, che regola la commercializzazione delle bevande nelle aree coinvolte nella movida. Secondo l’ordinanza, sarà consentita la vendita solo in bicchieri di plastica leggera e carta, mentre saranno vietate bottiglie, lattine e altri contenitori di vetro, plastica rigida, tetrapak o di altro materiale.

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Lite per l’ultima dose di cocaina: morto 63enne, arrestato il coinquilino

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Lite per l’ultima dose di cocaina: morto 63enne, arrestato il coinquilino

Il 46enne Gennaro Angiolino è stato arrestato per la morte del coinquilino, il 63enne Gennaro Fedele, ucciso ieri mattina a Fuorigrotta. L’autopsia è stata disposta per accertare le cause del decesso.

Conflitto Mortale a Fuorigrotta

Il coinquilino avrebbe consumato l’ultima dose di cocaina, originando l’omicidio avvenuto a Cavalleggeri, quartiere Fuorigrotta, Napoli. Quando i sanitari del 118 sono arrivati sul posto, per il 63enne Gennaro Fedele non c’era più nulla da fare. L’arrestato, Gennaro Angiolino, ha confessato il delitto e spiegato la dinamica accaduta, ammettendo di aver aggredito con spintoni e pugni.

I carabinieri, intervenuti poco dopo le 12 di ieri, hanno ricostruito che i due abitavano nello stesso appartamento al civico 50 di via Venezia Giulia. Entrambi avevano piccoli precedenti e vivevano di espedienti. Angiolino, resosi conto delle conseguenze, ha chiamato il 118 chiedendo aiuto. Ha poi spiegato che la lite era avvenuta a causa della cocaina che possedevano per uso personale.

Arresto e Sequestro

Una volta bloccato, Angiolino è stato portato in caserma e interrogato dal pubblico ministero in presenza di un avvocato. Nel pomeriggio è avvenuto l’arresto con l’accusa di omicidio, e l’uomo è stato trasferito nel carcere di Poggioreale. Il magistrato di turno ha disposto il sequestro della salma per l’autopsia, la quale dovrà stabilire se il decesso del 63enne sia avvenuto per le ferite riportate durante la colluttazione o per un malore collegato all’assunzione di cocaina.

Per approfondire l’argomento sulla fonte originale

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Accoltellato in Irpinia: 3 denunciati, tra cui una donna e un minore

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Accoltellato in Irpinia: 3 denunciati, tra cui una donna e un minore

Un uomo di 30 anni è rimasto ferito in un violento episodio avvenuto lunedì, 19 agosto, a Manocalzati (Avellino). I carabinieri hanno denunciato tre persone per l’aggressione, che sembra avere radici in una vecchia relazione amorosa.

Aggressione a Manocalzati: I Dettagli

La brutale aggressione si è verificata nel pomeriggio in Via Duardo, a pochi passi dal centro cittadino. Manocalzati è una tranquilla località della provincia di Avellino, che conta circa tremila abitanti. Il 30enne è stato colpito e accoltellato, riportando diverse contusioni e una ferita alla gamba.

Indagine e Intervento dei Carabinieri

In seguito a una chiamata al 112, i carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Avellino sono giunti rapidamente sul posto. Le informazioni suggeriscono che tre persone, presumibilmente arrivate in auto, abbiano aggredito la vittima mentre era da solo in strada.

Soccorsi e Ricovero in Ospedale

Una volta sul luogo dell’aggressione, i soccorritori del 118 hanno prestato le prime cure al ferito. Successivamente, il 30enne è stato trasportato all’ospedale “Moscati” di Avellino. Fortunatamente, la ferita da coltello si è rivelata superficiale e ha richiesto solo alcuni punti di sutura.

Svolta nelle Indagini: Tre Persone Denunciate

Le indagini hanno preso una svolta rapida quando i carabinieri della Stazione di Atripalda hanno individuato i presunti aggressori. Tra i denunciati, che hanno età comprese tra i 17 e i 37 anni, figura anche una donna. All’interno del veicolo utilizzato dagli aggressori, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato due mazze da baseball, che potrebbero essere state utilizzate nell’aggressione.

Collegamenti con una Precedente Relazione

Secondo alcune indiscrezioni, l’episodio di violenza potrebbe essere collegato a una precedente relazione della vittima. Tuttavia, il movente esatto dell’aggressione è ancora sotto inchiesta. Gli investigatori stanno lavorando intensamente per ricostruire il contesto e i motivi che hanno portato a questo violento attacco.

Prossimi Passi nelle Indagini

L’attenzione delle forze dell’ordine è ora rivolta alla raccolta di ulteriori prove e testimonianze per chiarire completamente le circostanze dell’aggressione. Il caso ha scosso la tranquilla comunità di Manocalzati, che attende la conclusione delle indagini per fare luce su quanto accaduto.


La vicenda continua a essere monitorata dalle autorità locali, e ulteriori aggiornamenti saranno forniti non appena disponibili. Restate sintonizzati per maggiori dettagli su questo caso di cronaca che ha sconvolto la provincia di Avellino.

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Morto in un incidente in Albania, la testimone: Non avevamo bevuto né preso droghe

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Morto in un incidente in Albania, la testimone: Non avevamo bevuto né preso droghe

Giusy Di Tella, fidanzata della vittima e sorella del giovane arrestato, ha narrato la sua versione dell’incidente che ha causato la morte del 19enne Nicola Iorio di Casal di Principe.

Il Tragico Incidente a Velipoja

La vittima, il 19enne Nicola Iorio

Giusy Di Tella ha parlato con l’agenzia Ansa, descrivendo l’incidente come un tragico scontro improvviso. “Si è trattato di un tragico incidente. Non avevamo bevuto né preso droghe: io, il mio fidanzato e mio fratello siamo sempre stati come fratelli”. La ragazza è fidanzata del defunto Nicola Iorio e sorella di Salvatore Di Tella, il 20enne arrestato dalla polizia albanese con l’accusa di omicidio colposo.

Dettagli sull’Incidente

Giusy Di Tella ha cercato di chiarire vari punti emersi nei giorni scorsi, in particolare quelli riguardanti l’accusa che Iorio e Di Tella fossero ubriachi al momento dell’incidente. La giovane ha spiegato che tutta la famiglia si trovava a Velipoja, a Scutari, per partecipare a un matrimonio. Durante l’incidente, Giusy era sullo scooter d’acqua con il suo fidanzato. Dopo lo scontro, suo fratello si è immediatamente gettato in acqua per salvare Nicola. Nonostante l’intervento dei soccorsi, Nicola è purtroppo deceduto poco dopo essere stato trasportato in ospedale.

La Versione di Giusy

Nella sua intervista all’Ansa, Giusy Di Tella ha voluto precisare alcuni dettagli. Ha riferito che le due moto d’acqua non erano così lontane dalla riva come riportato. “Ero intenta a girare un video con il cellulare e quando il mio ragazzo mi ha detto ‘spegni che partiamo’ ho interrotto la ripresa. Pochi istanti dopo, c’è stato lo scontro sul lato destro della nostra moto”. Giusy ha sottolineato che si tratta solo di un tragico incidente e che suo fratello Salvatore non ha alcuna responsabilità. Inoltre, ha evidenziato che anche la famiglia di Nicola è d’accordo con questa versione. La giovane ha espresso la speranza che la Farnesina possa intervenire per chiarire la situazione, poiché sostiene che le autorità albanesi stiano cercando a tutti i costi un colpevole.

Richiesta di Aiuto alla Farnesina

Giusy Di Tella ha concluso la sua intervista sottolineando l’innocenza di suo fratello e chiedendo un sostegno urgente dalla Farnesina. “È per questo che chiediamo una mano alla Farnesina”. La famiglia di Nicola Iorio è attualmente impegnata a organizzare il trasferimento della salma in Italia per dare l’ultimo saluto al giovane.

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