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Rischio attività sociali per centri salute mentale Napoli: “Un passo indietro di cinquant’anni”
La città di Napoli conta una decina di centri di salute mentale creati dopo la legge Basaglia del 1978, che ha portato alla chiusura dei manicomi in Italia e alla promozione di centri territoriali di cura e riabilitazione sociale per gli utenti. Attualmente, l’Asl Napoli 1 ha deciso di interrompere la collaborazione con gli enti del terzo settore che gestiscono i centri, portando a un’internalizzazione del servizio.
La preoccupazione delle famiglie degli utenti è che si perda un modello di cura costruito in 30 anni, che prevede attività di riabilitazione sociale e la costruzione di una rete sociale intorno agli utenti. Secondo il terzo settore, il nuovo modello potrebbe relegare i centri ad essere solamente luoghi di pratica medica, mettendo a rischio il percorso di riabilitazione sociale che ha portato a risultati positivi nella cura del disagio mentale.
Uno dei centri che rischia di essere particolarmente colpito da questa riforma è “La Gatta Blu” di Scampia, gestito dalla cooperativa Era. Questo centro, fondato dal prof. Sergio Piro, attualmente offre agli utenti non solo assistenza medica, ma anche una serie di attività sociali che contribuiscono al loro benessere psicofisico e al loro inserimento nella comunità. La cooperativa teme che l’internalizzazione del servizio possa mettere a rischio proprio queste attività.
La cooperativa Era teme che l’internalizzazione del servizio metta a rischio 1000 posti di lavoro nei centri di salute mentale della città di Napoli entro il 2024, così come i percorsi di cura e le attività sociali garantite dalle cooperative. La rete di attività che gli utenti svolgono al di fuori dei centri è considerata essenziale per il loro benessere e per la loro riabilitazione sociale. Senza di essa, si teme che gli utenti possano tornare a essere isolati e a subire il stigma sociale senza avere percorsi di inclusione.
La testimonianza di un’utente del centro “Gatta Blu” di Scampia, Vittoria Tammaro, riflette la preoccupazione che molti utenti e famiglie provano in merito a questo argomento. Secondo Vittoria, la sua vita cambierebbe in peggio senza le attività e i percorsi di riabilitazione sociale offerti dal centro.
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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui
Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.
Dettagli sull’omicidio
Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.
Ipotesi sulla dinamica del delitto
Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.
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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano
Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.
Dettagli dell’incidente
Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.
Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.
Interventi d’emergenza
Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.
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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia
Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.
Confessione del Reoconfesso
Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.
I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.
Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni
Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.
Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.
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