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Da Geolier ai giovani camorristi-influencer: l’evoluzione della comunicazione nei clan criminali
Marcello Ravveduto, docente universitario e studioso di comunicazione mafiosa, discute dell’evoluzione della comunicazione mafiosa e del fascino esercitato da determinati ambienti, in particolare quando si combinano con il lusso e i confini tra crimine e successo diventano sempre più labili. Dai nuovi modi di comunicare delle mafie che sfruttano le potenzialità dei social network, all’importanza di una certa simbologia ricorrente, Ravveduto parla della sua visione su vari temi relativi alla comunicazione mafiosa.
Geolier è stato accusato di essere portavoce della criminalità e di avere un’influenza negativa sui giovani con le sue canzoni. Ravveduto interpreta il suo stile comunicativo come un’espressione di vita di strada trasversale vissuta dai giovani nei quartieri di Napoli. Egli spiega che i young appartenenti alle mafie usano i social network con un linguaggio proprio per comunicare il loro mondo, ma ciò non significa necessariamente che facciano parte di esso. Ravveduto sottolinea l’importanza della trap come una narrazione che apre nuove prospettive ai giovani e riflette sul cambiamento della comunicazione delle mafie negli ultimi 20 anni.
La comunicazione del mondo criminale si è trasformata con l’avvento dei social network, che consentono ai giovani camorristi di rappresentare la propria vita come se fossero influencer promuovendo la loro marca, ovvero la mafia. Ravveduto spiega come il lusso stia diventando un modo per normalizzare l’autorappresentazione dei mafiosi, che cercano di essere riconosciuti come simili ai figli dei ricchi imprenditori. La narrazione criminale si evolve anche attraverso l’uso di simboli e emoji che rappresentano concetti specifici legati al mondo criminale.
Infine, Ravveduto discute del ruolo della Sonrisa come luogo emblematico per la comunicazione mafiosa, dove i camorristi cercano di mostrarsi come uomini di potere attraverso il lusso e l’influenza sociale. Il Grand Hotel diventa un teatro ideale per coniugare l’idea del lusso con la metafora dell’essere una sorta di aristocrazia criminale. Utilizzando esempi storici come Vincenzo Di Lauro, Ravveduto mette in evidenza come la comunicazione mafiosa si avvalga di luoghi simbolici per mostrare il potere delle organizzazioni criminali.
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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui
Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.
Dettagli sull’omicidio
Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.
Ipotesi sulla dinamica del delitto
Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.
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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano
Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.
Dettagli dell’incidente
Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.
Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.
Interventi d’emergenza
Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.
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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia
Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.
Confessione del Reoconfesso
Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.
I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.
Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni
Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.
Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.
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