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Come una madre di 39 anni può trovare lavoro dopo aver inviato oltre 2.000 curriculum?
La storia di Deborah: alla ricerca di lavoro a 39 anni
Deborah, una donna di 39 anni e madre di una bimba undicenne, si trova a dover affrontare una dura realtà: la disoccupazione. Nonostante le sue innumerevoli candidature, non riesce ad ottenere neanche un colloquio conoscitivo, lasciandola completamente devastata.
Deborah, residente a Casoria, vicino a Napoli, condivide la sua storia evidenziando il fatto di essere una madre single che ha dedicato gli ultimi anni all’elevazione della propria figlia. Il suo grido di rabbia e disperazione in realtà riguarda la difficile ricerca di un impiego che sembra essere impossibile da trovare.
Dopo aver dedicato dieci anni della sua vita a un lavoro poco gratificante, Deborah ha deciso di abbandonarlo a causa di un ambiente tossico e disorganizzato. Il suo impiego principale era come assistent manager in un fast food, dove ha dovuto affrontare numerosi sacrifici senza ricevere adeguate gratifiche.
La frustrante ricerca di lavoro
Nonostante i suoi sforzi nel cercare attivamente un nuovo impiego, Deborah si sente sempre più scoraggiata. Ha inviato oltre duemila curriculum, spesso ignorati a causa della sua età, secondo lei ormai considerata troppo avanzata per il mondo lavorativo. Questa situazione la porta a sentirsi senza speranza, nonostante la sua competenza e serietà nel lavoro svolto.
Deborah riflette sulla crudele realtà del mercato del lavoro, dove la priorità sembra essere data ai giovani per via degli incentivi statali, ignorando l’esperienza e la professionalità di coloro che, come lei, cercano solo un’opportunità dignitosa.
“A 52 anni senza lavoro, mi dicono che ho un bel curriculum ma non mi assumono”
La storia di Deborah non è un caso isolato, rappresenta la triste realtà di molti disoccupati che si trovano a dover lottare per ottenere un impiego che sembra sempre più irraggiungibile. La sua testimonianza suona familiare e rappresenta un grido d’aiuto di fronte a un sistema che sembra non tener conto delle reali competenze e del valore delle persone.
Se anche tu hai una storia di lavoro da condividere, non esitare a raccontarla a Fanpage.it per dare voce alle tante esperienze simili che meritano di essere ascoltate.
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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui
Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.
Dettagli sull’omicidio
Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.
Ipotesi sulla dinamica del delitto
Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.
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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano
Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.
Dettagli dell’incidente
Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.
Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.
Interventi d’emergenza
Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.
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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia
Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.
Confessione del Reoconfesso
Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.
I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.
Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni
Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.
Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.
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