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Elvira Notari: la regista donna che sfidò il fascismo, nata a Napoli

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Elvira Notari: la regista donna che sfidò il fascismo, nata a Napoli

Intervista a Gianfranco Pannone

Regista e autore

Iaia Forte, Gianfranco Pannone, Andrea Renzi / foto Antonio Nocera

Per comprendere il clima in cui lo spettacolo “Cinemamuto” si è svolto al Teatro San Ferdinando di Napoli (repliche fino a domenica 19 maggio), il regista Gianfranco Pannone racconta un episodio accaduto subito dopo la prima: «Un paio di persone si sono avvicinate e mi hanno detto: “bravi! Avete adattato lo spettacolo ai fatti attuali!”. E io ho dovuto rispondere che no, non era assolutamente così. È la realtà che ci è arrivata addosso. Quando siamo andati in scena è successo tutto quello che sappiamo, il caso Scurati, la polemica in Rai. E quindi anche la censura di cui parliamo in “Cinemamuto” è diventata di stringente attualità».

Elvira Notari e la sua lotta contro la censura fascista

Elvira Notari, prima regista donna italiana, ha sfidato gli schemi in un mondo dominato dagli uomini e ha dovuto affrontare la dittatura fascista e la censura nelle arti. Una discussione attuale e rilevante…

L’unico intervento che ho chiesto ad Andrea Renzi è stato quello di rendere il personaggio dell’impiegato censore meno fascista dell’epoca e più moderno. Per renderlo un po’ più vicino a noi.

Un censore fascista di oggi?

Noi oggi non siamo in dittatura, questo è evidente. Ma dobbiamo stare in allerta perché sappiamo bene che è un momento di preoccupazione. Io per carattere non sono allarmista ma ho delle preoccupazioni. E sono contento che questo spettacolo vada in scena ora.

Trapiantata a Napoli da Cava dei Tirreni, regista di pellicole spesso ambientate nei bassifondi di Napoli con la sua Dora Film, invisa al regime fascista. La storia di Elvira è stata recuperata dall’oblìo…

Sì, caduta nell’oblìo con una scusa: quella del cinema muto che passava al sonoro e quindi la fine di un mondo antico. Ma noi raccontiamo la vicenda precedente all’avvento del cinema sonoro, ovvero quella dei film che subivano i tagli pasticciati della censura. Per un periodo, negli anni Settanta, la figura di Elvira è diventata un punto di riferimento per il movimento femminista. Anche se a mio avviso, occorre stare attenti a etichettarla solo come femminista e antifascista: era molte altre cose. Non mi piace chiamarla «eroina», era una donna coraggiosa e intelligente. Elvira rappresenta un po’ Napoli, con la sua forza e la sua resistenza agli schemi imposti.

Con Roberto Scarpetti, che ha scritto il testo, e con Iaia Forte, che interpreta Elvira ed ha creduto molto nel progetto, abbiamo attinto da fatti reali: le convocazioni dei ministri per la censura, la figura del censore. Tutto si basa su personaggi realmente esistiti, con ricerche da archivi e libri importanti come riferimento, uno su tutti “Rovine con vista” di Giuliana Bruno. Il mio approccio è quello del documentarista, quindi è un lavoro ancorato alla realtà.

Immagine

Pannone lei è napoletano, vive a Roma, con alcuni suoi lavori ha raccontato alcuni aspetti della città partenopea. Che rapporto ha con Napoli?

Torno con piacere ma vivo altrove, quindi guardo quel che accade qui con relativo distacco che forse è anche d’aiuto per capire. È una città per certi versi insidiosa. Può illudere e ingannare ed è la sua grandezza di città mobile, città porosa come altri l’hanno definita, città pronta ad accogliere. Negli anni, con lavori televisivi e documentari, ho cercato di cogliere questi aspetti e non evitare i luoghi comuni ma sfidarli. Perché penso che Napoli sia da trattare così: affrontarla e rielaborarla in chiave personale.

Torna periodicamente? Come trova e ‘legge’ la Napoli di oggi?

Gianfranco Pannone

Gianfranco Pannone

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.

Dettagli sull’omicidio

Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.

Ipotesi sulla dinamica del delitto

Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.

Dettagli dell’incidente

Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.

Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.

Interventi d’emergenza

Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.

Confessione del Reoconfesso

Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.

I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.

Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni

Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.

Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.

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