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Fabbrica abusiva a Napoli: acciaio saldato senza protezioni e scarico di residui in fogna.

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Fabbrica abusiva a Napoli: acciaio saldato senza protezioni e scarico di residui in fogna.

Operazione congiunta per il sequestro di un capannone industriale abusivo a Barra

Le autorità competenti hanno condotto un’operazione congiunta che ha portato al sequestro di un capannone industriale abusivo di 2.500 metri quadrati a Barra, nella zona orientale di Napoli. Durante l’operazione sono state scoperte gravi irregolarità legate alle attività svolte all’interno del capannone.

Sequestro di un’attività illecita

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All’interno del capannone industriale, gli operai erano impegnati in attività di lavorazione dell’acciaio senza le dovute protezioni e con gravi inosservanze rispetto alle normative ambientali e sulla sicurezza sul lavoro. Inoltre, i residui delle lavorazioni industriali venivano scaricati direttamente nelle fogne senza alcun trattamento preliminare.

Intervento delle autorità competenti

L’operazione è stata eseguita dal Nucleo Ambientale della Polizia Locale di Napoli, dall’Esercito Italiano e dagli uffici del SUAP del Comune di Napoli, in linea con il protocollo prefettizio “Terra dei Fuochi”. Il sequestro dell’intera struttura e delle attrezzature professionali utilizzate è stato necessario per garantire il rispetto delle normative vigenti e la tutela della sicurezza pubblica e dei lavoratori coinvolti nelle attività illecite.

Gli agenti del nucleo dell’Investigativa Ambientale Emergenze Sociali della Polizia Locale di Napoli hanno individuato in zona Barra un insediamento produttivo all’interno di un capannone industriale di 2.500 mq dove venivano realizzati e assemblati profilati e semilavorati in acciaio, mediante l’uso di postazioni per la saldatura, la molatura, la verniciatura, e la sabbiatura dei metalli. Durante il sopralluogo è stata constatata l’assenza delle autorizzazioni ambientali, sanitarie e antincendio previste per legge. Di conseguenza, l’intera ditta, un capannone industriale di circa 2200 mq con annessa area esterna di 250 mq, è stata sottoposta a sequestro, compresi gli strumenti e i macchinari professionali utilizzati per le operazioni di carpenteria. Sono attualmente in corso ulteriori accertamenti per determinare la pericolosità dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi sequestrati, nonché per verificare il pieno rispetto della normativa in materia di sicurezza sul lavoro.

I lavoratori impiegati nell’opificio erano all’opera senza alcun dispositivo di protezione individuale mentre adoperavano saldatrici professionali per l’assemblatura dei semilavorati. Nella struttura, priva di certificazione di prevenzione incendi e senza alcun impianto per l’aspirazione delle emissioni nocive, venivano utilizzati prodotti ad alto rischio di infiammabilità ed esplodenti. Constatata l’insalubrità dei luoghi, ed al fine di salvaguardare la salute pubblica e dei lavoratori impegnati nel ciclo produttivo veniva sottoposto a sequestro l’intera struttura unitamente alle strumentazioni e la titolare deferita alla autorità giudiziaria.

Inoltre durante l’ispezione gli agenti scoprivano un’annessa area esterna (occultata dai manufatti) dove veniva stoccato un enorme quantitativo di rifiuti speciali pericolosi costituiti da olio minerale esausto, latte contenenti catalizzatori per epossicatrame, semilavorati in metallo, bombolette vuote con residui di vernice, barattoli di antiruggine e solventi, imballaggi contenenti sostanze pericolose, cavi elettrici sguainati per il recupero del rame, un cumulo di microgranuli di ignota composizione. Su quanto rinvenuto sono in corso ulteriori accertamenti al fine di stabilire a seguito di accurate analisi il grado di pericolosità dei rifiuti rinvenuti.


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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.

Dettagli sull’omicidio

Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.

Ipotesi sulla dinamica del delitto

Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.

Dettagli dell’incidente

Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.

Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.

Interventi d’emergenza

Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.

Confessione del Reoconfesso

Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.

I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.

Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni

Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.

Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.

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