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Mai vista una madre incitare le figlie a picchiarti
Le due ragazze aggredite dopo il Pride di Napoli parlano per la prima volta davanti alle telecamere, ma scelgono di non mostrare il volto per timore di ritorsioni.
Il Caso delle Due Ragazze Aggredite Dopo il Pride di Napoli
Durante il Pride di Napoli dello scorso giugno, due giovani ragazze sono state vittime di un’aggressione omofoba. Nadia e Anna (nomi di fantasia) hanno deciso di rompere il silenzio e raccontare la loro esperienza, ma hanno scelto di mantenere l’anonimato per paura di ulteriori ritorsioni. Una decisione che rivela quanto possa essere difficile e pericoloso denunciare questi episodi di odio.
A sinistra un momento del Pride, a destra una delle ragazze aggredite
Il Racconto dell’Aggressione
Secondo il racconto delle due ragazze, l’aggressione è avvenuta a seguito di un incidente con delle pistole ad acqua. Uno schizzo avrebbe colpito involontariamente alcune persone che non partecipavano alla manifestazione. “Voi dovete morire, lesbiche di mer*a”, queste le parole con cui è iniziato l’orribile episodio. Nadia e Anna, fidanzate da pochi mesi, sono state colpite con caschi da motociclista, e la vicenda ha attirato l’attenzione dei media nazionali.
Dettagli Agghiaccianti e Supporto Legale
L’episodio non ha lasciato solo segni fisici ma anche emotivi. Ad esempio, Anna ha subito un attacco di panico. Con il supporto di Arcigay Napoli, le ragazze hanno deciso di sporgere denuncia. “Le persone che ti aggrediscono senza alcuna remora fanno paura”, spiega Nadia a Fanpage.it. “Ma nonostante tutto, denunciare è un atto di civiltà”, aggiunge Antonello Sannino, presidente di Antinoo Arcigay Napoli.
I segni dell’aggressione
Intervento delle Autorità e Reazioni
Le ferite fisiche hanno richiesto diversi giorni di prognosi. Attualmente, l’accaduto è sotto investigazione da parte delle forze dell’ordine. L’assessore Ferrante si è detto indignato e addolorato dall’episodio.
La Testimonianza di Anna e Nadia
Anna e Nadia ricordano con orrore alcuni dettagli dell’aggressione. “Vedere una madre incitare le proprie figlie a picchiarti è stato sconvolgente”, raccontano. Questa esperienza traumatizzante le ha segnate profondamente, ma il loro coraggio e la loro volontà di parlare pubblicamente rappresentano un importante messaggio contro l’odio e le discriminazioni.
L’orrore di quella giornata rimane impresso nelle loro menti, ma il loro coraggio di denunciare e raccontare serve da monito per la necessità di combattere ogni forma di violenza e omofobia.
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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui
Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.
Dettagli sull’omicidio
Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.
Ipotesi sulla dinamica del delitto
Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.
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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano
Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.
Dettagli dell’incidente
Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.
Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.
Interventi d’emergenza
Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.
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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia
Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.
Confessione del Reoconfesso
Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.
I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.
Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni
Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.
Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.
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