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Tentativo di rapina in atto
In carcere due giovani legati al clan Troncone; il gip evidenzia il “risultato di un clima condiviso di incessante violenza ed omertà”.
Tentato Omicidio a Fuorigrotta: Le Versioni non Convincono
Nessun agguato, soltanto un tentativo di rapina: è ciò che hanno ripetuto agli investigatori sia quelli che hanno premuto il grilletto, sia quelli che erano finiti nel mirino. Versione smentita dalle immagini e che, secondo gli inquirenti, è il “risultato di un clima condiviso di incessante violenza ed omertà”. La vicenda riguarda l’agguato fallito in piazza San Vitale il 24 giugno, quando due giovani hanno incrociato due persone in sella a un altro scooter e hanno aperto il fuoco; il fermo nei loro confronti non è stato convalidato ma è stato disposto il carcere per entrambi.
Immagine di repertorio
Arrestati Alessio Ferrara e Manuel Marino
Per quell’episodio sono finiti in manette Alessio Ferrara, nipote del capoclan Vitale Troncone, identificato come quello che ha sparato, e Manuel Marino, per gli investigatori alla guida dello scooter e anche lui vicino al gruppo di camorra di Fuorigrotta. L’obiettivo era un appartenente alla famiglia Scodellaro, attiva nell’area di via Campegna, in contrasto coi Troncone per il controllo del quartiere.
Prove Schiaccianti dalla Dash Cam
La scena era stata ripresa dalla dash cam di un’automobile di passaggio e il video era stato consegnato agli investigatori. I due scooter si erano incrociati per caso in piazza San Vitale intorno alle 19. Il passeggero di uno di questi si era sollevato sul sedile e, restando in quella posizione per tre secondi, aveva puntato la pistola contro gli altri due e sparato. Mirando, sottolineano gli inquirenti, a parti vitali.
Agguato fallito a Fuorigrotta, in carcere i due giovani vicini al clan Troncone
La Versione della Rapina non Regge
Proprio grazie al video i poliziotti della Squadra Mobile avevano identificato Marino e Ferrara, che avevano ammesso di essere stati loro ma, avevano spiegato, non c’era nessun collegamento con la camorra e nemmeno si trattava di un tentato omicidio: era stato un tentativo di rapina. Gli agenti avevano individuato anche l’obiettivo e la persona che era con lui, e anche in quelle circostanze si sono sentiti ripetere la stessa versione: una rapina, niente altro.
La Decisione del Gip
Marino e Ferrara, sottoposti a fermo il 6 luglio, erano stati condotti nel carcere di Secondigliano. Ieri il gip non ha convalidato il fermo ma ha disposto la detenzione per entrambi. Nell’ordinanza, il giudice elenca gli elementi che rendono non credibile la versione della rapina, tra cui la posizione dei quattro e il fatto che il colpo fosse stato esploso prendendo la mira e verso parti vitali.
Conclusioni
Questa vicenda mette in luce un clima di violenza e omertà che pervade alcuni ambienti, con gruppi criminali pronti a tutto per mantenere il controllo del territorio. L’analisi delle prove e delle testimonianze ha portato a una chiara smentita delle versioni fornite dagli accusati, confermando ulteriormente il ruolo centrale del giudice nel discernere la realtà dei fatti.
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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui
Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.
Dettagli sull’omicidio
Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.
Ipotesi sulla dinamica del delitto
Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.
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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano
Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.
Dettagli dell’incidente
Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.
Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.
Interventi d’emergenza
Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.
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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia
Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.
Confessione del Reoconfesso
Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.
I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.
Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni
Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.
Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.
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