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Botte, minacce e 20 denunce: l’ex resta ancora libero

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Botte, minacce e 20 denunce: l’ex resta ancora libero

Una giovane donna di Bacoli, nell’area dei Campi Flegrei, ha denunciato ripetutamente il suo ex fidanzato che, da un anno e mezzo, sta rendendo la sua vita un inferno. Tuttavia, non è stato preso alcun provvedimento contro l’uomo.

Storie di violenze ricorrenti

Le minacce, le percosse, un tentativo di investirla con l’auto e persino la sparizione di un cane sono solo alcuni dei numerosi episodi di violenza subiti da una giovane di Bacoli (Napoli). La ragazza ha sporto almeno venti denunce alle autorità, ma finora non è stato emesso alcun provvedimento nei confronti del suo ex, che continua a tormentarla anche ora.

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Fanpage.it aveva raccontato la vicenda esattamente un anno fa, a luglio 2023, dopo uno degli episodi più gravi. Il ragazzo aveva raggiunto la casa della giovane e tentato di sfondarne la porta con un’auto per poi aggredire brutalmente il nuovo compagno della ragazza. Da quel momento, le violenze non si sono mai fermate. Solo pochi giorni fa, la giovane è stata nuovamente inseguita e minacciata di essere sfigurata; l’ex le avrebbe anche confessato di essere stato lui ad uccidere il suo cane e minacciato di ucciderle anche l’altro.

La lettera aperta al sindaco di Bacoli Josi Gerardo Della Ragione

Il padre della vittima ha scritto una lettera aperta al sindaco di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione, che ha poi interpellato le forze dell’ordine, la Procura e la Prefettura. Il sindaco ha attivato i servizi sociali e annunciato un corteo popolare di solidarietà alla famiglia. "Le marce non si fanno solo dopo l’irreparabile. Ma prima. Anche e soprattutto prima. Per affiancare questa nostra famiglia in difficoltà", ha dichiarato Della Ragione a Fanpage.it, sottolineando che le autorità hanno assicurato il massimo impegno.

Ventennale di denunce

Nella lettera aperta, il padre della 35enne ha elencato gli episodi di violenza subiti dalla figlia e dalle persone a lei vicine, lui compreso. Tutto è iniziato con una denuncia a novembre 2022, quando l’ex fidanzato aveva sferrato un pugno in faccia alla ragazza durante una discussione. A maggio 2023, dopo mesi di insulti e minacce, il ragazzo aveva minacciato i dipendenti dell’agriturismo gestito dalla figlia, dicendo loro di non lavorare più lì "altrimenti li avrebbe squartati".

Tentato omicidio

A giugno 2023 si è verificato un grave episodio di tentato omicidio. "Alle 6 del mattino si era recato alla casetta dell’agriturismo dove viveva la mia figlia, aveva staccato la luce e tagliato i fili della connessione internet isolandola. Poi, aveva bussato alla porta di casa e, quando lei aveva aperto, si era scaraventato con l’auto all’interno cercando di investirla. Solo la maggiore larghezza del telaio dell’auto rispetto alla porta aveva evitato il peggio. Subito dopo, il compagno della giovane era intervenuto, ma era stato aggredito a bastonate e finito in ospedale. Nonostante le numerose denunce, il ragazzo non era stato né fermato né arrestato".

Crescente escalation di violenza

Nei mesi seguenti, gli episodi di violenza non hanno cessato di verificarsi. A maggio 2024, il cane della ragazza era misteriosamente scomparso. Anche in questo caso era stata sporta una denuncia senza esito. Durante una delle tante minacce, l’ex fidanzato aveva confessato di essere responsabile della sparizione del cane. Pochi giorni dopo, aveva inseguito il padre della ragazza urlandogli: "Stai piangendo il cane che ti ho scannato, ha sofferto tanto come dovrai soffrire tu e non scordarti che farete la stessa fine tu e tua figlia". A giugno, anche i dipendenti della ditta del padre erano stati aggrediti. L’episodio più recente risale al 5 luglio scorso: il ragazzo aveva insegnito la giovane e il suo nuovo compagno, minacciandoli di morte, di sfigurare la ragazza e di ucciderle il nuovo cane.

In conclusione, la giovane di Bacoli continua a vivere sotto la costante minaccia del suo ex fidanzato, nonostante le numerose denunce e l’intervento delle autorità. La situazione sta generando sempre più indignazione e preoccupazione nella comunità locale, che chiede giustizia e protezione per la vittima e la sua famiglia.

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.

Dettagli sull’omicidio

Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.

Ipotesi sulla dinamica del delitto

Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.

Dettagli dell’incidente

Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.

Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.

Interventi d’emergenza

Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.

Confessione del Reoconfesso

Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.

I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.

Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni

Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.

Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.

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