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Cicerale: cinghiali devastano le coltivazioni di ceci, “danni enormi”
Invasione di Cinghiali in Cilento: Gravi Danni alle Coltivazioni Slow Food
Le coltivazioni del presidio Slow Food nel Cilento stanno affrontando una seria minaccia a causa dell’invasione di cinghiali. La situazione ha portato a danni economici ingenti, specialmente per i produttori di ceci di Cicerale, un legume di grande valore storico e gastronomico.
I Ceci di Cicerale: Una Tradizione Millenaria
I ceci di Cicerale sono molto apprezzati e vantano origini antichissime che risalgono all’Asia occidentale. Questo legume, dopo aver attraversato secoli di storia, è arrivato a trovare il suo habitat ideale nel piccolo comune cilentano di Cicerale, situato lungo il fianco destro dell’alta valle del fiume Alento. Oggi, la coltivazione di questi ceci rappresenta non solo una tradizione agricola, ma anche un simbolo della cultura locale.
Emergenza Cinghiali: Un Problema Sempre Più Grave
L’emergenza cinghiali nel Cilento sta causando perdite significative: oltre 30mila euro di danni sono stati registrati in un solo ettaro e mezzo di terreno coltivato a ceci di Cicerale. L’invasione di questi animali sta diventando una piaga per le coltivazioni, mettendo a rischio l’economia agricola locale.
Coldiretti al Fianco dei Coltivatori
Coldiretti Campania ha espresso il proprio supporto ai coltivatori colpiti. Ettore Bellelli, presidente di Coldiretti Campania, e Salvatore Loffreda, direttore, hanno dichiarato la loro intenzione di sostenere le proteste dei coltivatori locali, come già avvenuto in altre regioni italiane. “Siamo pronti a fare da megafono, anche in piazza, alle grida di dolore della coltivatrice Giovanna Voria e di tutti gli agricoltori che soffrono per questa invasione,” hanno affermato i rappresentanti di Coldiretti.
La Frustrazione dei Coltivatori
Giovanna Voria, una delle coltivatrici colpite, ha denunciato l’insostenibile situazione. “Abbiamo sporto denuncia ai carabinieri forestali, ma sappiamo che serve a poco. Pochi giorni fa ho contato 51 cinghiali intorno alle mie vacche. Credo che i contadini prima o poi smetteranno di fare il loro lavoro,” ha spiegato Voria. “Non siamo né protetti né aiutati. Continuando così, permetteremo che la gente si nutra di cibo trattato, avvelenato e sintetico. Quando non ci saranno più contadini, nessuno avrà più cibo naturale da mangiare.”
Conclusione
Il problema dei cinghiali nel Cilento non è solo una questione locale, ma un rischio significativo per l’intera economia agricola della regione. La necessità di interventi strutturali e misure di protezione è più urgente che mai per garantire la sostenibilità del settore agricolo e la conservazione delle tradizioni alimentari legate agli antichi prodotti locali.
Resta da vedere come le autorità locali e nazionali risponderanno a questa emergenza agricola. Nei prossimi mesi, le azioni intraprese potrebbero determinare il futuro della coltivazione di prodotti tipici come i ceci di Cicerale e la sopravvivenza delle tradizioni Slow Food nel Cilento.
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Deceduta in ospedale dopo ore di attesa per il ricovero: indagati 17 medici a Sarno
La Procura di Nocera Inferiore, situata in provincia di Salerno, sta indagando sulla morte di una donna di 79 anni avvenuta all’ospedale di Sarno. Secondo i familiari, la donna avrebbe atteso due ore prima di essere ricoverata.
I Medici Coinvolti nell’Indagine
In risposta alla tragica morte di A. M., la 79enne deceduta nel Pronto Soccorso dell’ospedale “Martiri di Villa Malta” di Sarno lo scorso 17 agosto, la Procura di Nocera Inferiore ha iscritto diciassette medici nel registro degli indagati. Questo passo è un atto dovuto per consentire gli accertamenti e l’autopsia, prevista per questa settimana. Attualmente, l’accusa formulata è quella di omicidio colposo.
Le Condizioni della Paziente
La donna era stata portata in ospedale nella mattinata, accusando forti dolori addominali che non erano diminuiti nemmeno dopo l’assunzione di farmaci prescritti dal medico di base. Dopo essere stata sottoposta al triage, avrebbe atteso circa due ore prima di essere trasferita in reparto, dove le sue condizioni sarebbero rapidamente peggiorate fino al decesso. I familiari della defunta hanno denunciato la lunga attesa prima del ricovero ai carabinieri di Sarno.
L’inchiesta della procura mira a verificare se siano stati rispettati tutti i protocolli e se vi siano state eventuali negligenze o imperizie da parte del personale sanitario. L’autopsia sarà cruciale per determinare le cause del decesso e comprendere se l’attesa denunciata dai familiari abbia contribuito in qualche modo alla morte della donna.
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Raid armato in pizzeria a Castellammare, minacciano cassiera e scappano sparando in aria
Malviventi fuggiti con il Bottino
Una rapina a mano armata ha scosso una pizzeria di Castellammare di Stabia, dove i malviventi hanno minacciato i dipendenti con una pistola prima di fuggire col bottino, esplodendo un colpo in aria durante la fuga. Le indagini sono attualmente in corso a cura dei carabinieri.
La Dinamica della Rapina
I malviventi sono entrati nella pizzeria, che a quell’ora era piena di clienti, intorno alle 21:00 di mercoledì 21 agosto 2024. Hanno immediatamente puntato la pistola in faccia alla cassiera e alla figlia del titolare, diffondendo il terrore tra i dipendenti e gli avventori. Dopo essersi fatti consegnare l’incasso giornaliero, stimato attorno ai 500 euro, sono fuggiti. Durante la fuga, hanno esploso un colpo d’arma da fuoco in aria, ma per fortuna non ci sono stati feriti. Tuttavia, la figlia del titolare, fortemente scossa, ha avuto un malore ed è stata trasportata d’urgenza in ospedale.
Indagini in Corso
I carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia stanno attivamente indagando sul caso. Sono stati già ascoltati i testimoni presenti al momento della rapina e non si esclude la possibilità di acquisire i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona per ricostruire in dettaglio la dinamica degli eventi e identificare i responsabili. La Prefettura di Napoli ha deciso di intensificare i controlli delle forze dell’ordine in tutta la provincia per prevenire ulteriori episodi di crimine.
Questa vicenda ha generato grande apprensione e paura tra il personale della pizzeria e i suoi clienti, mettendo in evidenza l’urgenza di adottare misure di sicurezza più stringenti per proteggere i cittadini e le attività locali.
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Proibito nuotare nelle spiagge di Capaccio Paestum, Torre Annunziata, Torre del Greco ed Ercolano
La balneazione è vietata in alcune spiagge della Campania a causa del superamento dei limiti microbiologici. Arpac ha dichiarato che i superamenti sono legati al maltempo e che verranno effettuati nuovi controlli durante il weekend.
Spiagge Interessate
La balneazione è stata vietata in diverse spiagge della Campania a causa dell’inquinamento del mare. Le località colpite sono Torre del Greco, Torre Annunziata, Ercolano e Capaccio. La comunicazione di Arpac è arrivata proprio nel cuore dell’estate, con le spiagge affollate di turisti. Secondo Stefano Sorvino, presidente di Arpa Campania, i limiti dei parametri microbiologici sono stati superati a seguito delle piogge intense di lunedì e martedì. In specifico, lo sforamento riguarda parametri microbiologici come la presenza di batteri Escherichia coli.
Le spiagge interdette alla balneazione includono:
- Ercolano: tratto ex bagno Risorgimento
- Torre Annunziata: tratti Villa Tiberiade, lido Azzurro, Spiaggia Molo Ponente
- Capaccio Paestum: tratti Villaggio Merola, Casina D’Amato, Ponte di Ferro, Torre di Paestum, Foce Acqua dei Ranci
- Torre del Greco: tratti Litoranea Nord, Litoranea Sud, Stazione Santa Maria La Bruna
Cause e Monitoraggio
Molto probabilmente gli sforamenti sono stati causati dagli eventi meteorologici recenti. La pioggia intensa ha portato detriti e sporcizia dai canali verso il mare, aggravando la situazione. Le autorità locali sono state invitate a emanare ordinanze per interdizione alla balneazione e a richiedere controlli straordinari, che verranno eseguiti tra domani e sabato. Se le condizioni meteorologiche rimarranno normali, ci si aspetta che la conformità delle acque verrà ristabilita.
Secondo Sorvino, si tratta di un problema contingente e temporaneo dovuto ai cambiamenti climatici che hanno causato violenti fenomeni meteorologici. I controlli ordinari di Arpac seguono un programma obbligatorio stabilito per legge per tutelare la salute pubblica. In queste circostanze speciali, però, essi possono essere integrati con monitoraggi straordinari e suppletivi, compatibilmente con le possibilità organizzative.
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