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Le storie degli abitanti di Scampia

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Le storie degli abitanti di Scampia

All’esterno della Vela Celeste a Scampia, molti si domandano quando potranno tornare nelle loro case. Tuttavia, il pensiero dominante rimane la tragedia che ha colpito il quartiere, causando la morte di due persone e ferendo gravemente numerosi bambini.

Testimonianza Straziante: “Ho visto l’orrore”

Uno degli abitanti che ha soccorso i bambini

“Una cosa è raccontarlo, un’altra è vederlo. Ho visto l’orrore. Ho soccorso i primi bambini sotto le macerie”, racconta un residente. Nella notte, il ballatoio della Vela Celeste è crollato, uccidendo due persone e ferendo altre tredici, tra cui sette bambini. Le condizioni dei feriti sono critiche e la situazione è in continua evoluzione. Gli abitanti del quartiere sono stati i primi a soccorrere i feriti in attesa dell’arrivo delle ambulanze.

La Rapidità dei Soccorsi: “Ho fatto il primo soccorso”

“Ho preso i bambini e ho fatto il primo soccorso. Sono arrivati altri al Santobono con le macchine. Se non correvamo noi, i bambini morivano tutti”, afferma uno dei soccorritori. Con voce rotta dall’emozione, aggiunge: “Voglio solo sapere come stanno ora”. Per ora, nessuno vuole discutere delle cause del crollo; ci sarà tempo per quello.

Una delle persone all'esterno della Vela Celeste

Una delle persone all’esterno della Vela Celeste

La Vita Interrotta: “Abbiamo visto una famiglia cadere giù”

“Non sappiamo cosa sia successo esattamente, abbiamo solo visto una famiglia cadere”, racconta un altro residente. Il giorno dopo la tragedia, la zona è presidiata dalla protezione civile e dalle forze dell’ordine per impedire l’accesso all’area colpita. Le persone del quartiere sono in stato di shock e cercano di capire il perché di questa tragedia.


Crollo a Scampia, due dei sette bambini feriti alla Vela Celeste sono ricoverati in gravissime condizioni

Un Atto di Eroismo: “Una bambina l’ho salvata”

“Una bambina credo di averla salvata. Era praticamente senza vita. Mi sono ritirato dal Santobono alle 4:30 del mattino con gli abiti pieni di sangue. Ho visto bambini con le gambe rotte e pieni di ematomi. Ho fatto del mio meglio per trasportarli dalle macchine alle barelle”, racconta un altro soccorritore.

La Speranza nei Bambini: “I bambini devono vivere”

Quasi tutti i presenti conoscevano le due vittime, Roberto Abbruzzo, 28 anni, e Margherita della Ragione, 35 anni. Tuttavia, il pensiero dominante rimane sempre lo stesso: “Ci interessa dei bambini che stavano là sotto. I bambini devono vivere, non devono morire”. Una delle persone sfollate esprime un desiderio comune: “Mi auguro che il Prefetto si muova e faccia qualcosa di buono per tutti noi”.

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Deceduta in ospedale dopo ore di attesa per il ricovero: indagati 17 medici a Sarno

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Deceduta in ospedale dopo ore di attesa per il ricovero: indagati 17 medici a Sarno

La Procura di Nocera Inferiore, situata in provincia di Salerno, sta indagando sulla morte di una donna di 79 anni avvenuta all’ospedale di Sarno. Secondo i familiari, la donna avrebbe atteso due ore prima di essere ricoverata.

I Medici Coinvolti nell’Indagine

In risposta alla tragica morte di A. M., la 79enne deceduta nel Pronto Soccorso dell’ospedale “Martiri di Villa Malta” di Sarno lo scorso 17 agosto, la Procura di Nocera Inferiore ha iscritto diciassette medici nel registro degli indagati. Questo passo è un atto dovuto per consentire gli accertamenti e l’autopsia, prevista per questa settimana. Attualmente, l’accusa formulata è quella di omicidio colposo.

Le Condizioni della Paziente

La donna era stata portata in ospedale nella mattinata, accusando forti dolori addominali che non erano diminuiti nemmeno dopo l’assunzione di farmaci prescritti dal medico di base. Dopo essere stata sottoposta al triage, avrebbe atteso circa due ore prima di essere trasferita in reparto, dove le sue condizioni sarebbero rapidamente peggiorate fino al decesso. I familiari della defunta hanno denunciato la lunga attesa prima del ricovero ai carabinieri di Sarno.

L’inchiesta della procura mira a verificare se siano stati rispettati tutti i protocolli e se vi siano state eventuali negligenze o imperizie da parte del personale sanitario. L’autopsia sarà cruciale per determinare le cause del decesso e comprendere se l’attesa denunciata dai familiari abbia contribuito in qualche modo alla morte della donna.

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Raid armato in pizzeria a Castellammare, minacciano cassiera e scappano sparando in aria

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Raid armato in pizzeria a Castellammare, minacciano cassiera e scappano sparando in aria

Malviventi fuggiti con il Bottino

Una rapina a mano armata ha scosso una pizzeria di Castellammare di Stabia, dove i malviventi hanno minacciato i dipendenti con una pistola prima di fuggire col bottino, esplodendo un colpo in aria durante la fuga. Le indagini sono attualmente in corso a cura dei carabinieri.

La Dinamica della Rapina

I malviventi sono entrati nella pizzeria, che a quell’ora era piena di clienti, intorno alle 21:00 di mercoledì 21 agosto 2024. Hanno immediatamente puntato la pistola in faccia alla cassiera e alla figlia del titolare, diffondendo il terrore tra i dipendenti e gli avventori. Dopo essersi fatti consegnare l’incasso giornaliero, stimato attorno ai 500 euro, sono fuggiti. Durante la fuga, hanno esploso un colpo d’arma da fuoco in aria, ma per fortuna non ci sono stati feriti. Tuttavia, la figlia del titolare, fortemente scossa, ha avuto un malore ed è stata trasportata d’urgenza in ospedale.

Indagini in Corso

I carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia stanno attivamente indagando sul caso. Sono stati già ascoltati i testimoni presenti al momento della rapina e non si esclude la possibilità di acquisire i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona per ricostruire in dettaglio la dinamica degli eventi e identificare i responsabili. La Prefettura di Napoli ha deciso di intensificare i controlli delle forze dell’ordine in tutta la provincia per prevenire ulteriori episodi di crimine.

Questa vicenda ha generato grande apprensione e paura tra il personale della pizzeria e i suoi clienti, mettendo in evidenza l’urgenza di adottare misure di sicurezza più stringenti per proteggere i cittadini e le attività locali.

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Proibito nuotare nelle spiagge di Capaccio Paestum, Torre Annunziata, Torre del Greco ed Ercolano

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Proibito nuotare nelle spiagge di Capaccio Paestum, Torre Annunziata, Torre del Greco ed Ercolano

La balneazione è vietata in alcune spiagge della Campania a causa del superamento dei limiti microbiologici. Arpac ha dichiarato che i superamenti sono legati al maltempo e che verranno effettuati nuovi controlli durante il weekend.

Spiagge Interessate

La balneazione è stata vietata in diverse spiagge della Campania a causa dell’inquinamento del mare. Le località colpite sono Torre del Greco, Torre Annunziata, Ercolano e Capaccio. La comunicazione di Arpac è arrivata proprio nel cuore dell’estate, con le spiagge affollate di turisti. Secondo Stefano Sorvino, presidente di Arpa Campania, i limiti dei parametri microbiologici sono stati superati a seguito delle piogge intense di lunedì e martedì. In specifico, lo sforamento riguarda parametri microbiologici come la presenza di batteri Escherichia coli.

Le spiagge interdette alla balneazione includono:

  • Ercolano: tratto ex bagno Risorgimento
  • Torre Annunziata: tratti Villa Tiberiade, lido Azzurro, Spiaggia Molo Ponente
  • Capaccio Paestum: tratti Villaggio Merola, Casina D’Amato, Ponte di Ferro, Torre di Paestum, Foce Acqua dei Ranci
  • Torre del Greco: tratti Litoranea Nord, Litoranea Sud, Stazione Santa Maria La Bruna

Cause e Monitoraggio

Molto probabilmente gli sforamenti sono stati causati dagli eventi meteorologici recenti. La pioggia intensa ha portato detriti e sporcizia dai canali verso il mare, aggravando la situazione. Le autorità locali sono state invitate a emanare ordinanze per interdizione alla balneazione e a richiedere controlli straordinari, che verranno eseguiti tra domani e sabato. Se le condizioni meteorologiche rimarranno normali, ci si aspetta che la conformità delle acque verrà ristabilita.

Secondo Sorvino, si tratta di un problema contingente e temporaneo dovuto ai cambiamenti climatici che hanno causato violenti fenomeni meteorologici. I controlli ordinari di Arpac seguono un programma obbligatorio stabilito per legge per tutelare la salute pubblica. In queste circostanze speciali, però, essi possono essere integrati con monitoraggi straordinari e suppletivi, compatibilmente con le possibilità organizzative.

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