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Testimonianze di chi ha perso tutto dall’oggi al domani

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Testimonianze di chi ha perso tutto dall’oggi al domani

Il Crollo della Vela Celeste a Scampia: Una Notte Senza Casa

Il recente crollo della Vela Celeste a Scampia ha lasciato molti abitanti senza un tetto sopra la testa. Gli sfollati hanno deciso di unirsi oggi, ponendo una condizione chiara alle istituzioni: "O tutti o nessuno". Questo articolo descrive la loro prima notte all’aperto, divisa tra angoscianti ricordi e speranze per il futuro.

La Drammatica Prima Notte degli Sfollati di Scampia

Scampia vive una tragedia le cui ripercussioni toccano profondamente la comunità locale. La prima notte è stata una prova di resistenza e solidarietà. La Vela Celeste è crollata, causando tre morti e tredici feriti, di cui sette bambini. Gli sfollati hanno trovato rifugio temporaneo presso l’Università Federico II, grazie alla disponibilità del rettore Matteo Lorito. "Vedi come dorme mio figlio? È autistico grave, e stanotte dorme in una macchina", racconta un padre angosciato. Questa è solo una delle tante storie di disperazione che popolano l’università trasformata in rifugio.

L’Università Federico II: Un Rifugio Improvvisato

Gli abitanti delle Vele hanno occupato l’università non per una semplice scelta logistica, ma per essere vicini a un simbolo di rinascita. Qui, molti degli sfollati hanno raccontato di scene indimenticabili, come quella descritta da uno degli abitanti: "Ho tirato fuori io i bimbi. Quella scena non la dimenticherò mai". La decisione di accamparsi qui, anziché nei luoghi suggeriti dalle istituzioni, nasce da una motivazione forte: evitare di essere dimenticati.

Una Notte di Sofferenza, ma Anche di Unione

La notte a Scampia è stata lunga. Famiglie intere si sono rifugiate in auto o hanno trovato riparo nelle panchine dell’atrio universitario. Le luci della Vela Celeste brillano ancora, ma attorno a esse regna un deserto di Protezione Civile e Polizia. Gli sfollati insistono: “O rientrano tutti o nessuno”. Molti di loro sono riusciti a rientrare brevemente nelle loro case, scortati dalla Protezione Civile, per recuperare beni essenziali. Tuttavia, la loro priorità è poter ritornare a vivere nelle loro case in sicurezza.

Aiuti dal Quartiere e Solidarietà

Il quartiere ha risposto con generosità. Cibo e risorse arrivano continuamente per sostenere chi è senza casa. Alcuni abitanti delle altre Vele hanno scelto di dormire qui, per timore di ulteriori crolli. Gli sfollati mostrano una disciplina e un’unità incredibili: al risveglio, l’area occupata è stata pulita meticolosamente. Questo spirito di comunità trasforma il polo universitario in un vero centro di accoglienza.

Intervento delle Istituzioni e Supporto Continuo

La Municipalità ha chiesto l’invio di letti e cibo, coordinando gli aiuti tramite una task force. L’università si è trasformata nel punto di raccolta degli aiuti, con un flusso continuo di sostegno da parte dei cittadini. Scampia, nonostante tutto, ha dimostrato la sua capacità di resistere e unirsi in tempi di crisi. La comunità esemplifica il vero significato di resilienza, mostrando alle istituzioni la strada da seguire.

Riflessioni Finali

La Vela Celeste è un simbolo non solo di tragedia ma anche di speranza e rinascita per il quartiere di Scampia. Mentre gli sfollati affrontano le prime notti all’aperto, è chiaro che la loro lotta è solo all’inizio. Le istituzioni sono ora chiamate a rispondere con rapidità e concretezza, perché il diritto alla casa e alla sicurezza non può essere trascurato.

Continuate a seguire gli aggiornamenti su questo evento tragico e sul percorso di rinascita della comunità di Scampia, perché la loro storia merita di essere raccontata e ascoltata.

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.

Dettagli sull’omicidio

Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.

Ipotesi sulla dinamica del delitto

Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.

Dettagli dell’incidente

Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.

Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.

Interventi d’emergenza

Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.

Confessione del Reoconfesso

Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.

I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.

Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni

Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.

Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.

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