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Abilitarsi all’insegnamento: un lusso e un impegno a tempo pieno

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Abilitarsi all’insegnamento: un lusso e un impegno a tempo pieno

Maria Rosaria, una giovane di 24 anni originaria di Salerno, ha conseguito la laurea in Matematica con il massimo dei voti e la lode. Con un grande sogno nel cassetto, aspira a diventare insegnante.

La Strada Verso l’Abilitazione all’Insegnamento: Un’Esperienza Costosa

Maria Rosaria, nella sua lettera indirizzata a Fanpage, racconta il percorso che ha intrapreso per ottenere l’abilitazione all’insegnamento. “I corsi costano un bel po’ di soldi,” scrive, rivelando una realtà che molti potenziali insegnanti si trovano ad affrontare. Inizia con il descrivere i costi e le difficoltà incontrate: “Dopo diversi commenti sulla mia scelta, decido di concentrarmi sull’obiettivo e di entrare nel mondo della scuola. Procedo con l’inserimento nelle graduatorie provinciali e mi iscrivo al percorso di abilitazione (60 CFU). Qui iniziano i problemi: il bando specifica che occorreranno circa 2.500 euro.”

Un Investimento Spropositato per una Laureata

Maria Rosaria sottolinea come questa cifra sia superiore a un anno di tasse universitarie e ben al di là dei suoi risparmi. “Mi iscrivo comunque e inizio i corsi, che spesso prevedono dieci ore di lezione al giorno,” continua. La situazione descritta è complessa: “Seguire queste costose lezioni, con una disorganizzazione notevole, e completare almeno 180 ore di tirocinio, delle quali le 150 ore svolte nell’ultimo anno di università non sono tenute in considerazione.”

Un’Abilitazione che si Trasforma in Lusso

La giovane laureata evidenzia come l’abilitazione sia diventata un lusso che pochi possono permettersi: “Abilitarsi è diventato un impegno a tempo pieno e nessuno si oppone. I colleghi, soprattutto quelli con anni di precariato alle spalle, sono troppo stanchi per far sentire la loro voce, mentre i sindacati sembrano più interessati al proprio tornaconto.”

Le Conseguenze per i Docenti e il Sistema Educativo

Maria Rosaria riflette su chi subisce maggiormente questa situazione: “In primo luogo, gli insegnanti con esperienza di precariato, che vorrebbero solo svolgere il loro lavoro in condizioni decenti e con un minimo di stabilità,” scrive. Poi, ci sono gli aspiranti insegnanti, “neolaureati che hanno una vocazione forte per formare le giovani menti, incoraggiandole a sviluppare un pensiero critico e a coltivare le loro passioni.”

Una Situazione che Colpisce la Motivazione

La giovane conclude descrivendo l’impatto negativo che questo percorso ha sulla motivazione degli insegnanti: “È molto difficile perseguire l’obiettivo di insegnare, poiché la motivazione viene continuamente minata, lasciando spazio ad amarezza e frustrazione, con conseguenze negative soprattutto per gli studenti.”

Maria Rosaria rappresenta una voce tra tante che denuncia un sistema formativo costoso e inaccessibile, e che sogna un futuro migliore per sé e per gli studenti italiani.

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.

Dettagli sull’omicidio

Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.

Ipotesi sulla dinamica del delitto

Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.

Dettagli dell’incidente

Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.

Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.

Interventi d’emergenza

Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.

Confessione del Reoconfesso

Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.

I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.

Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni

Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.

Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.

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