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Obbligato a reclutare altri giovani per partecipare alle orge
Rapina e Abusi Sessuali: Due Frati Sotto Accusa per Far Sparire le Prove
Un’indagine scioccante a Napoli ha portato alla luce una storia di abusi sessuali e una rapina giudicata volta a eliminare le prove. Ecco i dettagli.
Dettagli della Rapina
La mattina del 26 aprile, due giovani hanno forzato l’ingresso di un’abitazione ad Afragola (Napoli). Mascherati e armati di mazza e coltello, si sono diretti immediatamente verso i cellulari presenti nella casa, riuscendo a sottrarne uno e tentando di prendere il secondo prima di fuggire. L’obiettivo di questa incursione non era il classico bottino: i cellulari contenevano chat compromettenti, video e foto in grado di incastrare due frati coinvolti in abusi sessuali. Gli arresti sono scattati questa mattina col blitz dei carabinieri.
Abusi Sessuali e Rapina: Sei Arrestati
L’inchiesta, gestita dai carabinieri e coordinata dalla Procura di Napoli Nord, ha portato all’arresto di sei persone. Tra queste ci sono padre Domenico Silvestro, parroco della Basilica Pontificia di Sant’Antonio da Padova di Afragola, e padre Nicola Gildi, 55 anni, accusati di violenza sessuale. Gildi è inoltre imputato di rapina aggravata in concorso. Arrestati anche Danilo Bottino e Biagio Cirillo, i presunti esecutori materiali del raid. Gli altri due arrestati, l’imprenditore Antonio Di Maso e Giuseppe Castaldo, hanno ricoperto ruoli chiave rispettivamente come tramite e organizzatore della rapina. Quest’ultimo è noto per i suoi contatti con la criminalità organizzata di Marigliano.
Il Contesto degli Abusi
Le investigazioni sono partite dalle dichiarazioni delle vittime della rapina e dall’analisi delle immagini raccolte dagli impianti di videosorveglianza. Gli investigatori hanno così identificato i due giovani e, dalle loro testimonianze, ha preso corpo una storia di abusi sessuali perpetrati da padre Silvestro e padre Gildi. Le vittime, che lavoravano per i frati, erano costrette a subire abusi sotto la minaccia del licenziamento o dell’interruzione dell’assistenza economica. Gli abusi si sarebbero consumati anche all’interno di diversi monasteri, inclusa la Basilica di Sant’Antonio di Afragola.
Abusi Organizzati Online
Una delle vittime ha dichiarato di aver incontrato padre Gildi tramite una chat, quando quest’ultimo era alla chiesa di Sant’Antonio di Teano. La relazione sessuale, inizialmente intrapresa in cambio di beni materiali, si è presto trasformata in un ciclo di abusi. Gli incontri sessuali sarebbero stati organizzati attraverso piattaforme come "Ciao Amigos" e "Tinder". Nelle accuse si legge che le vittime erano costrette a subire atti sessuali, abusando del loro stato di dipendenza economica e qualità di ministri del culto cattolico.
La Lettera di Denuncia e la Finta Rapina
L’idea di organizzare una rapina per far sparire le prove sarebbe nata dopo l’invio di una lettera da parte delle vittime, nella quale descrivevano gli abusi subiti. Le intercettazioni hanno rivelato comunicazioni tra il frate mandante della rapina e l’organizzatore, pagate il giorno successivo al loro incontro del 7 aprile, durante la celebrazione della Divina Misericordia.
Il frate, in un messaggio rivolto all’organizzatore, esprimeva rimpianto e mortificazione per la situazione, mostrando apparente contrizione e gratitudine per l’aiuto ricevuto.
L’indagine prosegue, mentre i dettagli emersi svelano una vicenda che getta un’ombra oscura su istituzioni religiose solitamente associate a bontà e carità.
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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui
Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.
Dettagli sull’omicidio
Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.
Ipotesi sulla dinamica del delitto
Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.
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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano
Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.
Dettagli dell’incidente
Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.
Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.
Interventi d’emergenza
Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.
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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia
Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.
Confessione del Reoconfesso
Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.
I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.
Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni
Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.
Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.
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