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Imprenditore napoletano di 35 anni a processo

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Imprenditore napoletano di 35 anni a processo

Imprenditore di 35 Anni Rinvio a Giudizio per Violenza Sessuale a Napoli

Accuse e Indagini: Aggiornamenti sulla Vicenda

Un imprenditore napoletano di 35 anni è stato formalmente rinviato a giudizio con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una donna di 39 anni. La Procura di Napoli ha raccolto le testimonianze della vittima e gli elementi di prova necessari per portare l’uomo in tribunale. Al contrario, un secondo uomo coinvolto nella medesima inchiesta ha visto archiviare la propria posizione.

Immagine di repertorio

Dettagli dell’Accusa

La storia risale a luglio 2023, quando la presunta vittima riportò l’avvenuto alla Procura di Napoli, assistita dal sostituto procuratore Mariangela Magariello e dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone della Sezione Fasce Deboli. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, la donna afferma di essere stata sorpresa nel sonno dall’imprenditore, che avrebbe poi abusato di lei.

La Sera dell’Incidente

La donna ha dettagliato che quella sera si trovava in un appartamento di Napoli, dove aveva consumato alcool e cocaina rosa, una droga nota anche come "droga dei ricchi" a causa del suo elevato costo. Dopo aver perso conoscenza, si è risvegliata bruscamente mentre il 35enne la stava violentando. Secondo il suo racconto, anche un secondo imprenditore di 42 anni, presente nell’abitazione quella notte, avrebbe partecipato alla violenza.

Sviluppi dell’Inchiesta

Tuttavia, durante l’incidente probatorio, è stato dimostrato che il 42enne fosse estraneo ai fatti. Per questa ragione, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, Marco Giordano, ha deciso di archiviare la sua posizione.

Conclusioni e Prospettive

L’imprenditore 35enne dovrà dunque affrontare un processo in tribunale per rispondere alle gravi accuse di violenza sessuale. Questo caso sottolinea l’importanza delle indagini accurate e dei processi giusti per garantire che la verità emerga e che la giustizia possa essere servita.

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui

Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.

Dettagli sull’omicidio

Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.

Ipotesi sulla dinamica del delitto

Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano

Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.

Dettagli dell’incidente

Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.

Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.

Interventi d’emergenza

Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia

Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.

Confessione del Reoconfesso

Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.

I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.

Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni

Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.

Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.

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