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Napoli: Volontari minacciati nel bene confiscato alla camorra
Denuncia del Magistrato sulla Vicenda dell’Immobili Confiscati
La recente denuncia di un magistrato della Commissione Bicamerale per le questioni Regionali riguardo a minacce ricevute da operatori di una cooperativa sociale, solleva preoccupazioni sulla sicurezza pubblica. Il Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica esaminerà la questione per garantire misure appropriate.
Minacce Durante il Sopralluogo a Napoli
Un individuo, presentandosi come il proprietario di un immobile confiscato alla camorra e destinato ad essere assegnato dal Comune, ha minacciato alcuni operatori del Centro Sportivo Fiamma Campania e della Cooperativa Sociale Dedalus. L’evento si è verificato nella serata del 31 luglio nel centro storico di Napoli. Catello Maresca, magistrato della Commissione Bicamerale per le questioni Regionali, ha denunciato l’accaduto.
Dichiarazioni di Catello Maresca
Catello Maresca ha dichiarato che tali minacce rappresentano "la dimostrazione evidente di come la camorra provi ad imporre ancora le sue dinamiche, proprio nel cuore della città. E sia anche per questo ancora attiva e molto pericolosa". Inoltre, ha sottolineato come l’episodio sia ancora più grave poiché avvenuto sotto gli occhi degli operatori del Comune e di NapoliServizi, impegnati nelle attività di accesso. Maresca ha espresso solidarietà agli operatori del Centro Sportivo Fiamma, dichiarandosi certo che non si faranno intimidire, ma anzi rafforzeranno la loro azione a favore della legalità e del recupero dei beni confiscati alle mafie.
Reazioni e Azioni delle Autorità
La vicenda sarà discussa durante il Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, programmato per il 2 agosto. Michele di Bari, Prefetto di Napoli, ha condannato l’incidente, descrivendolo come "gravissimo". Ha inoltre espresso solidarietà agli operatori e volontari vittime delle intimidazioni, ribadendo l’impegno incessante delle istituzioni nel contrastare ogni forma di illegalità. Di Bari ha ringraziato gli operatori per il loro prezioso lavoro a servizio della comunità.
Conclusione
L’incidente mette in luce la continua presenza e pericolosità della camorra a Napoli, e la necessità di rafforzare le misure di sicurezza e di legalità per tutelare gli operatori impegnati nel recupero dei beni confiscati alle mafie. Il confronto imminente all’interno del Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica sarà cruciale per definire le future azioni da intraprendere.
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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui
Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.
Dettagli sull’omicidio
Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.
Ipotesi sulla dinamica del delitto
Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.
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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano
Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.
Dettagli dell’incidente
Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.
Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.
Interventi d’emergenza
Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.
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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia
Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.
Confessione del Reoconfesso
Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.
I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.
Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni
Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.
Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.
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