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Donna lasciata morire a Ischia: il compagno resta in carcere
Tribunale del Riesame: Confermata la Custodia Cautelare per Ilia Batrakov
Il Tribunale del Riesame ha confermato la misura di custodia cautelare nei confronti di Ilia Batrakov, il 40enne russo accusato di aver ignorato le disperate richieste di aiuto della compagna, la 32enne ucraina Marta Maria Ohryzko.
Ignorati i Messaggi di Soccorso
Ilia Batrakov, arrestato a metà luglio, resta dunque in carcere con l’accusa di aver lasciato morire la compagna in un dirupo a Ischia. Le accuse mosse contro di lui includono maltrattamenti aggravati dalla circostanza che la vittima soffriva di problematicità psichiatriche. La decisione è stata confermata dalla Sezione XII feriale del Tribunale del Riesame di Napoli.
Il Ritrovamento del Cadavere e l’Arresto
Il fermo di Batrakov è avvenuto il 15 luglio, eseguito dai carabinieri della Compagnia di Ischia su ordine della Procura di Napoli. Le indagini si sono avviate dopo il ritrovamento del corpo della 32enne in un dirupo a Barano d’Ischia, vicino alla roulotte in cui vivevano. Gli inquirenti, coordinati dalla IV sezione Indagini "tutela delle fasce deboli della popolazione", stanno ancora aspettando i risultati completi dell’autopsia. Batrakov è attualmente detenuto nel carcere di Poggioreale, con la convalida del fermo avvenuta il 17 luglio.
Un Quadro di Maltrattamenti e Crudelità
Le indagini hanno rivelato un triste quadro di maltrattamenti continui, con Batrakov che minacciava la compagna di morte utilizzando anche un coltello. La vittima, Marta Maria Ohryzko, subiva ripetute aggressioni, bruciature sui vari parti del corpo e veniva impedita di ricevere cure presso il Centro di Igiene Mentale. Il 13 luglio, dopo essere caduta nel dirupo, Marta aveva chiesto aiuto al compagno senza successo. Batrakov, consapevole di quanto accaduto, era andato nel luogo dove la donna era caduta durante la notte, ma aveva scelto di non soccorrerla, lasciandola morire in una lenta agonia.
Un Caso che Sconvolge l’opinione Pubblica
Questo caso ha sconvolto la comunità, portando alla luce l’atrocità dei maltrattamenti subiti da Marta Maria Ohryzko. Le autorità continuano le loro indagini, sperando di far luce su tutti gli aspetti di questa tragica vicenda.
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Aggressione con coltello nei pressi della stazione centrale, arrestati due individui
Un tragico evento ha sconvolto la notte di Napoli: un cittadino del Gambia è stato gravemente ferito durante un litigio in via Nazionale, nei pressi di piazza Garibaldi. Purtroppo, l’uomo è morto poco dopo a seguito delle ferite riportate.
Dettagli sull’omicidio
Secondo i primi rapporti, un uomo è stato ucciso nella notte a coltellate in via Nazionale, nel cuore di Napoli, tra piazza Nazionale e la stazione centrale. La Polizia di Stato è rapidamente intervenuta e ha intercettato due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio. Attualmente, la posizione dei sospettati è al vaglio degli inquirenti.
Ipotesi sulla dinamica del delitto
Dalle prime ricostruzioni sembra che l’omicidio sia avvenuto durante una lite tra cittadini extracomunitari. La vittima, originaria del Gambia, è deceduta poco dopo l’aggressione. Gli agenti sono intervenuti a seguito di una segnalazione riguardante un ferimento conseguente a una disputa, ma purtroppo non sono riusciti a salvare l’uomo.
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Bambina di 8 anni deceduta a Giugliano
Grave incidente stradale a Giugliano in Campania, Napoli, lungo la Domitiana: una Smart con a bordo 4 persone, una donna, le sue due figlie minorenni e un uomo, si è ribaltata. Una bambina di 8 anni è deceduta, mentre sua sorella di 16 anni è rimasta ferita.
Dettagli dell’incidente
Questa mattina, una tragica fatalità si è verificata a Giugliano in Campania, provincia di Napoli. I quattro, a bordo di una Smart Fortwo, stavano percorrendo la Domitiana quando l’auto, per ragioni ancora sconosciute, si è ribaltata. Nell’auto c’erano quattro persone: la bambina di otto anni, che è morta sul colpo, sua sorella di 16 anni, che è stata portata in ospedale con sospette fratture, la madre, anch’essa trasportata immediatamente al Pronto Soccorso e ricoverata in osservazione, e il compagno della madre, che guidava la vettura, riportando solo lievi escoriazioni.
Il tratto stradale è stato chiuso temporaneamente per permettere i rilievi e il successivo ripristino della carreggiata. Sul luogo del sinistro sono intervenuti prontamente i carabinieri per effettuare gli accertamenti necessari.
Interventi d’emergenza
Dopo l’incidente, il soccorso è stato tempestivo. Le autorità hanno subito chiuso il tratto stradale colpito per garantire l’accessibilità alle squadre di emergenza e ai mezzi di ripristino della carreggiata. I carabinieri si sono impegnati a raccogliere tutte le informazioni necessarie per determinare le cause dell’incidente e per garantire la sicurezza della zona.
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Inchieste su 30 anziani assistiti da Mario Eutizia
Mario Eutizia, un uomo di 47 anni, ha confessato l’omicidio di quattro anziani che erano sotto la sua cura. Rimane in carcere con la dichiarazione: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Le indagini ora si estendono su circa 30 anziani che ha accudito negli ultimi dieci anni.
Confessione del Reoconfesso
Mario Eutizia, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo l’inizio delle indagini sulle sue dichiarazioni. L’uomo ha confessato di aver ucciso quattro anziani, dichiarando che il suo intento era quello di “alleviare le sofferenze” di coloro che aveva in cura. Secondo le dichiarazioni del pm, Eutizia si sente come un “angelo della morte”, qualcuno che trova una sorta di realizzazione nel togliere la vita a persone sofferenti.
I primi due omicidi recenti riguardano Gerardo Chintemi, deceduto a Vibonati lo scorso marzo, e Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre 2023. I restanti due omicidi, che risalgono a circa dieci anni fa, sono avvenuti a Latina, ma mancano dettagli più specifici.
Dettagli dell’arresto e delle dichiarazioni
Eutizia, dopo aver confessato, è stato trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo ha spiegato di essersi consegnato volontariamente con l’intento di ricevere aiuto per “non uccidere più”. Accompagnato dai suoi avvocati, ha rivelato che prima di costituirsi è rimasto senza un posto dove andare e ha trascorso due giorni su una panchina a piazza Carlo Terzo a Napoli.
Il legale di Eutizia, Gennaro Romano, ha dichiarato che il suo assistito è una persona fragile e affetta da gravi patologie, scoperte dopo un’operazione a seguito di un infarto durante un soggiorno lavorativo in Georgia. Anche se le sue azioni sono state tragiche, non è emersa una volontà omicidiaria, bensì un atto di quello che lui definisce “pietas”.
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