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5 denunciati, uno è legato a un clan

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5 denunciati, uno è legato a un clan

Denuncia a Mappatella Beach: Cinque Persone Accusate di Affitto Abusivo di Ombrelloni e Sdraio

Continua l’attività di contrasto delle forze dell’ordine contro l’abusivismo sulle spiagge libere. A Mappatella Beach, Napoli, cinque persone sono state denunciate per l’affitto illegale di ombrelloni e sdraio. L’operazione è avvenuta grazie alla collaborazione tra i Carabinieri e la Polizia Municipale, che hanno smantellato l’organizzazione abusiva.

Trasformare una Spiaggia Libera in Lido Privato

Ombrelloni, sedie e sdraio venivano affittati a pagamento, rendendo di fatto "Mappatella Beach", una delle spiagge libere più famose di Napoli e meta di molti turisti, un lido privato. Questo scenario di "privatizzazione" illecita è stato scoperto e smantellato durante un servizio di controllo congiunto dei Carabinieri e della Polizia Municipale.

Collegamenti Criminali e Attività illecite

Le cinque persone denunciate includevano anche un individuo con legami con il clan Strazzullo, attivo nella zona della Torretta di Chiaia e affiliato all’Alleanza di Secondigliano. Gli accusati si erano praticamente impossessati di una porzione di spiaggia sul lungomare Caracciolo, nei pressi della rotonda Diaz. Qui, affittavano ombrelloni e sedie a pagamento, imponendo tariffe prestabilite e controllando di fatto l’area demaniale, approfittando dell’elevato afflusso di cittadini e turisti tipico del periodo estivo.

Sequestro di Attrezzature

Nel corso dell’operazione, i Carabinieri hanno sequestrato venti ombrelloni, trenta tra sedie e sdraio, oltre a diverso materiale destinato all’installazione degli ombrelloni. Parte dell’attrezzatura era già stata distribuita sulla spiaggia e affittata ai bagnanti, mentre il resto era stipato su una barca ormeggiata a breve distanza.

Minacce alle Forze dell’Ordine

Durante i controlli, è stata denunciata anche una sesta persona, già nota alle forze dell’ordine. Quest’uomo, infastidito dalle operazioni, ha minacciato i Carabinieri, affermando che avrebbe dato loro fuoco utilizzando una latta di benzina.

Conclusioni

L’operazione a Mappatella Beach sottolinea l’importanza del monitoraggio e del controllo delle spiagge pubbliche, specialmente durante la stagione estiva. L’abusivismo non solo pregiudica l’accesso equo ai beni pubblici, ma in alcuni casi è legato anche a organizzazioni criminali. La collaborazione tra Forze dell’Ordine e Polizia Municipale è cruciale per garantire la sicurezza e il rispetto delle leggi.

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Deceduta in ospedale dopo ore di attesa per il ricovero: indagati 17 medici a Sarno

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Deceduta in ospedale dopo ore di attesa per il ricovero: indagati 17 medici a Sarno

La Procura di Nocera Inferiore, situata in provincia di Salerno, sta indagando sulla morte di una donna di 79 anni avvenuta all’ospedale di Sarno. Secondo i familiari, la donna avrebbe atteso due ore prima di essere ricoverata.

I Medici Coinvolti nell’Indagine

In risposta alla tragica morte di A. M., la 79enne deceduta nel Pronto Soccorso dell’ospedale “Martiri di Villa Malta” di Sarno lo scorso 17 agosto, la Procura di Nocera Inferiore ha iscritto diciassette medici nel registro degli indagati. Questo passo è un atto dovuto per consentire gli accertamenti e l’autopsia, prevista per questa settimana. Attualmente, l’accusa formulata è quella di omicidio colposo.

Le Condizioni della Paziente

La donna era stata portata in ospedale nella mattinata, accusando forti dolori addominali che non erano diminuiti nemmeno dopo l’assunzione di farmaci prescritti dal medico di base. Dopo essere stata sottoposta al triage, avrebbe atteso circa due ore prima di essere trasferita in reparto, dove le sue condizioni sarebbero rapidamente peggiorate fino al decesso. I familiari della defunta hanno denunciato la lunga attesa prima del ricovero ai carabinieri di Sarno.

L’inchiesta della procura mira a verificare se siano stati rispettati tutti i protocolli e se vi siano state eventuali negligenze o imperizie da parte del personale sanitario. L’autopsia sarà cruciale per determinare le cause del decesso e comprendere se l’attesa denunciata dai familiari abbia contribuito in qualche modo alla morte della donna.

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Raid armato in pizzeria a Castellammare, minacciano cassiera e scappano sparando in aria

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Raid armato in pizzeria a Castellammare, minacciano cassiera e scappano sparando in aria

Malviventi fuggiti con il Bottino

Una rapina a mano armata ha scosso una pizzeria di Castellammare di Stabia, dove i malviventi hanno minacciato i dipendenti con una pistola prima di fuggire col bottino, esplodendo un colpo in aria durante la fuga. Le indagini sono attualmente in corso a cura dei carabinieri.

La Dinamica della Rapina

I malviventi sono entrati nella pizzeria, che a quell’ora era piena di clienti, intorno alle 21:00 di mercoledì 21 agosto 2024. Hanno immediatamente puntato la pistola in faccia alla cassiera e alla figlia del titolare, diffondendo il terrore tra i dipendenti e gli avventori. Dopo essersi fatti consegnare l’incasso giornaliero, stimato attorno ai 500 euro, sono fuggiti. Durante la fuga, hanno esploso un colpo d’arma da fuoco in aria, ma per fortuna non ci sono stati feriti. Tuttavia, la figlia del titolare, fortemente scossa, ha avuto un malore ed è stata trasportata d’urgenza in ospedale.

Indagini in Corso

I carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia stanno attivamente indagando sul caso. Sono stati già ascoltati i testimoni presenti al momento della rapina e non si esclude la possibilità di acquisire i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona per ricostruire in dettaglio la dinamica degli eventi e identificare i responsabili. La Prefettura di Napoli ha deciso di intensificare i controlli delle forze dell’ordine in tutta la provincia per prevenire ulteriori episodi di crimine.

Questa vicenda ha generato grande apprensione e paura tra il personale della pizzeria e i suoi clienti, mettendo in evidenza l’urgenza di adottare misure di sicurezza più stringenti per proteggere i cittadini e le attività locali.

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Proibito nuotare nelle spiagge di Capaccio Paestum, Torre Annunziata, Torre del Greco ed Ercolano

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Proibito nuotare nelle spiagge di Capaccio Paestum, Torre Annunziata, Torre del Greco ed Ercolano

La balneazione è vietata in alcune spiagge della Campania a causa del superamento dei limiti microbiologici. Arpac ha dichiarato che i superamenti sono legati al maltempo e che verranno effettuati nuovi controlli durante il weekend.

Spiagge Interessate

La balneazione è stata vietata in diverse spiagge della Campania a causa dell’inquinamento del mare. Le località colpite sono Torre del Greco, Torre Annunziata, Ercolano e Capaccio. La comunicazione di Arpac è arrivata proprio nel cuore dell’estate, con le spiagge affollate di turisti. Secondo Stefano Sorvino, presidente di Arpa Campania, i limiti dei parametri microbiologici sono stati superati a seguito delle piogge intense di lunedì e martedì. In specifico, lo sforamento riguarda parametri microbiologici come la presenza di batteri Escherichia coli.

Le spiagge interdette alla balneazione includono:

  • Ercolano: tratto ex bagno Risorgimento
  • Torre Annunziata: tratti Villa Tiberiade, lido Azzurro, Spiaggia Molo Ponente
  • Capaccio Paestum: tratti Villaggio Merola, Casina D’Amato, Ponte di Ferro, Torre di Paestum, Foce Acqua dei Ranci
  • Torre del Greco: tratti Litoranea Nord, Litoranea Sud, Stazione Santa Maria La Bruna

Cause e Monitoraggio

Molto probabilmente gli sforamenti sono stati causati dagli eventi meteorologici recenti. La pioggia intensa ha portato detriti e sporcizia dai canali verso il mare, aggravando la situazione. Le autorità locali sono state invitate a emanare ordinanze per interdizione alla balneazione e a richiedere controlli straordinari, che verranno eseguiti tra domani e sabato. Se le condizioni meteorologiche rimarranno normali, ci si aspetta che la conformità delle acque verrà ristabilita.

Secondo Sorvino, si tratta di un problema contingente e temporaneo dovuto ai cambiamenti climatici che hanno causato violenti fenomeni meteorologici. I controlli ordinari di Arpac seguono un programma obbligatorio stabilito per legge per tutelare la salute pubblica. In queste circostanze speciali, però, essi possono essere integrati con monitoraggi straordinari e suppletivi, compatibilmente con le possibilità organizzative.

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