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Badante confessa quattro omicidi: Desideravo alleviare le loro pene

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Badante confessa quattro omicidi: Desideravo alleviare le loro pene

Avrebbe ucciso Anziani con Dosi Massive di Farmaci

Un uomo di 48 anni, Maurio Eutizia, è stato fermato per l’accusa di aver ucciso un 88enne di Casoria, un 96enne di Vibonati e due anziani di Latina non ancora identificati.

Le Confessioni di Maurio Eutizia

Maurio Eutizia ha raccontato ai carabinieri di Caserta di aver somministrato dosi quadruplicate di farmaci ai quattro anziani. L’uomo, un badante di 48 anni, ha dichiarato di voler “porre fine alle loro sofferenze”. Accompagnato dai suoi avvocati, Antonio Daniele e Gennaro Romano, Eutizia si è presentato spontaneamente ai carabinieri e la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha immediatamente disposto il fermo.

Le Vittime e il Modus Operandi

Eutizia ha citato un 88enne deceduto nel dicembre 2023 a Casoria, un 96enne di Vibonati morto nel marzo 2024 e due anziani di Latina non ancora identificati tra le sue vittime. Ha utilizzato lo stesso metodo per tutti: dosi massicce di farmaci antitumorali e antidolorifici, molto al di sopra delle prescrizioni mediche, provocando così una morte quasi immediata. In precedenza, la morte degli anziani di Casoria e Vibonati era stata considerata naturale, vista l’età avanzata e le patologie invalidanti di cui soffrivano.

La scoperta ha gettato un’ombra oscura sulla professionalità dei badanti, accendendo un dibattito sull’importanza di vigilare attentamente su coloro che si fanno carico dei nostri anziani.

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Donazione di sangue, il ministro Piantedosi partecipa alla campagna in provincia di Avellino

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Donazione di sangue, il ministro Piantedosi partecipa alla campagna in provincia di Avellino

Raccolta Straordinaria di Sangue a Pietrastornina: Partecipazione di Matteo Piantedosi

Questa mattina, a Pietrastornina (Avellino), si è tenuta una raccolta straordinaria di sangue promossa da DonatoriNati e PetraStrumilia, evento a cui ha partecipato anche Matteo Piantedosi.

Un Messaggio di Importanza Sociale

Durante l’evento, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha sottolineato l’importanza della donazione di sangue, dichiarando: “Donare il sangue è importantissimo, sia da un punto di vista pratico, perché c’è bisogno di sangue, e non solo, ma anche perché bisogna alimentare la divulgazione, l’educazione alla donazione”. La raccolta di oggi, svoltasi il 23 agosto, rientra nel consueto appuntamento estivo organizzato dall’associazione DonatoriNati e dal circolo socio-culturale PetraStrumilia. DonatoriNati è un’associazione nata da un gruppo di donatori appartenenti alla Polizia di Stato.

Supporto Logistico per la Raccolta

Per la giornata dedicata alla raccolta di sangue, la Fratres ha messo a disposizione un’autoemoteca attrezzata per il prelievo e la conservazione del sangue. L’associazione DonatoriNati vanta oltre 6mila volontari tra cui agenti della Polizia di Stato e Vigili del Fuoco. Ogni anno, l’organizzazione si arricchisce di circa 400 nuovi donatori e ha gestito circa 240 giornate di raccolta dal 2004. Questa attività di sensibilizzazione è cruciale specialmente durante l’estate, quando il numero di donatori tende a diminuire, mentre il fabbisogno di sangue per trasfusioni, interventi chirurgici e emergenze resta elevato.

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Il capo del clan dei Casalesi esce di prigione per gravi motivi di salute

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Il capo del clan dei Casalesi esce di prigione per gravi motivi di salute

Detenzione Domiciliare per Massimo Venosa, Ex Leader dei Casalesi

Il magistrato di Sorveglianza ha stabilito che Massimo Venosa, considerato un elemento di spicco del gruppo Schiavone-Venosa dei Casalesi, sconterà il resto della sua pena in detenzione domiciliare.

Decisione della Cassazione

Massimo Venosa, considerato una figura prominente del cartello dei Casalesi, ha lasciato il carcere per motivi di salute. La Cassazione ha accolto la richiesta del suo legale, l’avvocato Vittorio Fucci, annullando l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Napoli che aveva negato la scarcerazione. Venosa era stato arrestato il 24 febbraio 2020 dopo una condanna definitiva a 10 anni per associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico di stupefacenti aggravato dal metodo mafioso, racket ed estorsione.

Dettagli del Caso

Secondo gli inquirenti, il 47enne di San Cipriano d’Aversa (Caserta) è tra i vertici del gruppo, come evidenziato anche dal collaboratore di giustizia Raffaele Venosa. Raffaele, un ex reggente dei Casalesi, ha indicato Massimo Venosa come una figura chiave del clan, con interessi estesi non solo a Casal di Principe, ma anche nelle province di Avellino e Benevento. Una prima scarcerazione, basata su ragioni di salute, era stata concessa nel 2022 quando Venosa era detenuto a Sulmona, grazie a una decisione del Tribunale di Sorveglianza dell’Aquila.

Tuttavia, il Tribunale di Sorveglianza di Napoli aveva giudicato l’incompatibilità insussistente, ordinando un nuovo arresto. In seguito al ricorso dell’avvocato Fucci, la Cassazione ha annullato l’ordinanza del Tribunale di Napoli. Alla luce di questa decisione, il magistrato di Sorveglianza di Avellino ha poi disposto la detenzione domiciliare per Venosa.

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Protesta dei gestori dei chioschi: senza stipendi da 3 mesi, restituiteci lavoro e dignità

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Protesta dei gestori dei chioschi: senza stipendi da 3 mesi, restituiteci lavoro e dignità

La protesta dei gestori dei chioschi del Lungomare di Napoli è giunta a un momento cruciale. Lunedì, una manifestazione è prevista in Piazza Municipio. I manifestanti chiedono un incontro con il sindaco, esprimendo il loro disagio causato dalla chiusura prolungata dei chioschi. “Il sindaco ci ascolti, non riusciamo più a vivere”, è il grido d’allarme dei gestori.

Le ragioni della protesta

Da tre mesi, i chioschisti vivono una situazione di estrema difficoltà. “Chiediamo la riapertura immediata dei chioschi del lungomare. Da tre mesi stiamo vivendo un inferno. Non possiamo aspettare la riqualificazione del lungomare, il bando, i posti assegnati. I tempi burocratici sono lunghi. Noi viviamo di questo. Cosa possiamo fare a 60-70 anni, dopo una vita intera di lavoro nei chioschi? Abbiamo già perso l’estate, quegli incassi ci servivano per affrontare i prossimi mesi. Come affronteremo l’inverno?”. Queste sono le parole disperate dei gestori dei chioschi del Lungomare di Napoli, chiusi nelle scorse settimane dalla Polizia locale e dalle forze dell’ordine, su delega della Procura della Repubblica di Napoli, per vari motivi, tra cui la mancanza di autorizzazioni e abusi. In vari blitz sono arrivati i sigilli per una ventina di chioschi storici che si trovano tra Largo Sermoneta fino a Piazza Vittoria, affollati da turisti e cittadini. Sui chioschi adesso sono stati affissi striscioni di protesta: “Riapriteci, ridateci la dignità e il lavoro”.

I chioschi chiusi dalle forze dell’ordine

La vicenda dei chioschi del lungomare è travagliata e dura da decenni, tra permessi, autorizzazioni e letture interpretative. Per anni, i chioschi hanno fatto parte del paesaggio del Lungomare, tanto da essere inseriti anche nei rendering di restyling del Lungomare. Gli ultimi interventi normativi del Comune, però, hanno specificato che quelle concessioni erano solo per il commercio itinerante, non per quello fisso. Dopo l’omicidio del giovane Francesco Pio Maimone, il 18enne aspirante pizzaiolo ucciso nella notte tra il 19 e il 20 marzo 2023 nei pressi degli chalet di Mergellina, sono scattati i controlli. Operazione avviata dalla Procura della Repubblica di Napoli. Prima dell’estate, i locali sono stati tutti chiusi. Adesso, però, i gestori chiedono al Comune di tutelare i posti di lavoro. Ieri, hanno messo in atto un sit-in in Piazza Municipio e per lunedì mattina è stata annunciata una manifestazione nello spiazzo antistante Palazzo San Giacomo.

“I nostri chioschi – afferma Elvira Di Bernardo, una dei manifestanti – sono una parte fondamentale della vita economica e sociale della nostra città. La chiusura prolungata sta avendo un impatto significativo sui nostri guadagni e sulla vita quotidiana dei cittadini, privati di un servizio essenziale. Siamo consapevoli della necessità di una ricollocazione a lungo termine, ma i tempi previsti per la progettazione e realizzazione di tale piano sono troppo lunghi rispetto all’urgenza della nostra situazione attuale. Pertanto chiederemo con la massima urgenza di concedere una proroga per la riapertura immediata dei chioschi nelle attuali sedi, al fine di poter riprendere le nostre attività il prima possibile. Siamo pronti a collaborare con le autorità per garantire il rispetto delle normative e per trovare soluzioni condivise che vadano incontro alle esigenze di tutti. Tuttavia, in questo momento, la priorità deve essere quella di permetterci di riaprire immediatamente, per evitare ulteriori danni economici e disagi alla cittadinanza. Confidiamo nella comprensione del Sindaco e nel Suo supporto per affrontare questa situazione critica nel più breve tempo possibile”.

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