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Protesta dei gestori dei chioschi: senza stipendi da 3 mesi, restituiteci lavoro e dignità
La protesta dei gestori dei chioschi del Lungomare di Napoli è giunta a un momento cruciale. Lunedì, una manifestazione è prevista in Piazza Municipio. I manifestanti chiedono un incontro con il sindaco, esprimendo il loro disagio causato dalla chiusura prolungata dei chioschi. “Il sindaco ci ascolti, non riusciamo più a vivere”, è il grido d’allarme dei gestori.
Le ragioni della protesta
Da tre mesi, i chioschisti vivono una situazione di estrema difficoltà. “Chiediamo la riapertura immediata dei chioschi del lungomare. Da tre mesi stiamo vivendo un inferno. Non possiamo aspettare la riqualificazione del lungomare, il bando, i posti assegnati. I tempi burocratici sono lunghi. Noi viviamo di questo. Cosa possiamo fare a 60-70 anni, dopo una vita intera di lavoro nei chioschi? Abbiamo già perso l’estate, quegli incassi ci servivano per affrontare i prossimi mesi. Come affronteremo l’inverno?”. Queste sono le parole disperate dei gestori dei chioschi del Lungomare di Napoli, chiusi nelle scorse settimane dalla Polizia locale e dalle forze dell’ordine, su delega della Procura della Repubblica di Napoli, per vari motivi, tra cui la mancanza di autorizzazioni e abusi. In vari blitz sono arrivati i sigilli per una ventina di chioschi storici che si trovano tra Largo Sermoneta fino a Piazza Vittoria, affollati da turisti e cittadini. Sui chioschi adesso sono stati affissi striscioni di protesta: “Riapriteci, ridateci la dignità e il lavoro”.
I chioschi chiusi dalle forze dell’ordine
La vicenda dei chioschi del lungomare è travagliata e dura da decenni, tra permessi, autorizzazioni e letture interpretative. Per anni, i chioschi hanno fatto parte del paesaggio del Lungomare, tanto da essere inseriti anche nei rendering di restyling del Lungomare. Gli ultimi interventi normativi del Comune, però, hanno specificato che quelle concessioni erano solo per il commercio itinerante, non per quello fisso. Dopo l’omicidio del giovane Francesco Pio Maimone, il 18enne aspirante pizzaiolo ucciso nella notte tra il 19 e il 20 marzo 2023 nei pressi degli chalet di Mergellina, sono scattati i controlli. Operazione avviata dalla Procura della Repubblica di Napoli. Prima dell’estate, i locali sono stati tutti chiusi. Adesso, però, i gestori chiedono al Comune di tutelare i posti di lavoro. Ieri, hanno messo in atto un sit-in in Piazza Municipio e per lunedì mattina è stata annunciata una manifestazione nello spiazzo antistante Palazzo San Giacomo.
“I nostri chioschi – afferma Elvira Di Bernardo, una dei manifestanti – sono una parte fondamentale della vita economica e sociale della nostra città. La chiusura prolungata sta avendo un impatto significativo sui nostri guadagni e sulla vita quotidiana dei cittadini, privati di un servizio essenziale. Siamo consapevoli della necessità di una ricollocazione a lungo termine, ma i tempi previsti per la progettazione e realizzazione di tale piano sono troppo lunghi rispetto all’urgenza della nostra situazione attuale. Pertanto chiederemo con la massima urgenza di concedere una proroga per la riapertura immediata dei chioschi nelle attuali sedi, al fine di poter riprendere le nostre attività il prima possibile. Siamo pronti a collaborare con le autorità per garantire il rispetto delle normative e per trovare soluzioni condivise che vadano incontro alle esigenze di tutti. Tuttavia, in questo momento, la priorità deve essere quella di permetterci di riaprire immediatamente, per evitare ulteriori danni economici e disagi alla cittadinanza. Confidiamo nella comprensione del Sindaco e nel Suo supporto per affrontare questa situazione critica nel più breve tempo possibile”.
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Il capo del clan dei Casalesi esce di prigione per gravi motivi di salute
Detenzione Domiciliare per Massimo Venosa, Ex Leader dei Casalesi
Il magistrato di Sorveglianza ha stabilito che Massimo Venosa, considerato un elemento di spicco del gruppo Schiavone-Venosa dei Casalesi, sconterà il resto della sua pena in detenzione domiciliare.
Decisione della Cassazione
Massimo Venosa, considerato una figura prominente del cartello dei Casalesi, ha lasciato il carcere per motivi di salute. La Cassazione ha accolto la richiesta del suo legale, l’avvocato Vittorio Fucci, annullando l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Napoli che aveva negato la scarcerazione. Venosa era stato arrestato il 24 febbraio 2020 dopo una condanna definitiva a 10 anni per associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico di stupefacenti aggravato dal metodo mafioso, racket ed estorsione.
Dettagli del Caso
Secondo gli inquirenti, il 47enne di San Cipriano d’Aversa (Caserta) è tra i vertici del gruppo, come evidenziato anche dal collaboratore di giustizia Raffaele Venosa. Raffaele, un ex reggente dei Casalesi, ha indicato Massimo Venosa come una figura chiave del clan, con interessi estesi non solo a Casal di Principe, ma anche nelle province di Avellino e Benevento. Una prima scarcerazione, basata su ragioni di salute, era stata concessa nel 2022 quando Venosa era detenuto a Sulmona, grazie a una decisione del Tribunale di Sorveglianza dell’Aquila.
Tuttavia, il Tribunale di Sorveglianza di Napoli aveva giudicato l’incompatibilità insussistente, ordinando un nuovo arresto. In seguito al ricorso dell’avvocato Fucci, la Cassazione ha annullato l’ordinanza del Tribunale di Napoli. Alla luce di questa decisione, il magistrato di Sorveglianza di Avellino ha poi disposto la detenzione domiciliare per Venosa.
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Arrestato per l’accoltellamento del nuovo compagno della sua ex
# Un giovane di origini cubane è stato sottoposto a fermo per tentato omicidi
Il giovane, di 25 anni, avrebbe fatto irruzione nella camera d’albergo di Giugliano, in provincia di Napoli, dove si trovavano la sua ex fidanzata e il nuovo compagno di lei. Nel tentativo di ferire mortalmente l’uomo con numerose coltellate, è riuscito soltanto a ferirlo a una coscia prima di dileguarsi. L’ordinanza di fermo è stata emessa dal gip del Tribunale di Napoli e eseguita dai carabinieri di Varcaturo. Il giovane è ora gravemente indiziato di tentato omicidio.
Immagine di repertorio
Dettagli dell’aggressione
L’incidente risale a luglio scorso, quando un uomo di 35 anni è stato ferito a una coscia mentre soggiornava in un hotel di Giugliano. Alla polizia, la vittima ha raccontato che l’attacco è avvenuto mentre era in camera con la sua compagna. L’assalitore, armato di un coltello di grosse dimensioni, ha sferrato numerosi fendenti verso il suo addome, ma l’uomo è riuscito a reagire e schivare gli attacchi, rimanendo ferito solo alla coscia.
I carabinieri di Varcaturo hanno avviato le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli Nord, sulla base delle testimonianze della vittima e della donna, e grazie all’analisi delle telecamere di videosorveglianza, hanno identificato il 25enne cubano come il sospettato.
Il movente sembra essere la gelosia. Il giovane non avrebbe accettato la fine della relazione con la sua ex fidanzata e, probabilmente dopo averla pedinata, avrebbe individuato la camera d’albergo dove lei si trovava col nuovo compagno. Ha fatto irruzione nella notte con l’intenzione di uccidere quello che riteneva essere il suo rivale. Dopo le formalità di rito, il 25enne è stato trasferito nella casa circondariale di Poggioreale.
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Rifiuta di attendere il proprio turno, afferra l’infermiera per il collo e la trascina a terra
Aggressione al Pronto Soccorso dell’Ospedale del Mare. Infermiera afferrata per il collo e scaraventata a terra.
La paziente non vuole aspettare il turno e aggredisce l’infermiera del Triage del Pronto Soccorso dell’Ospedale del Mare: la afferra per il collo e poi la trascina a terra, procurandole ferite giudicate guaribili con una prognosi di 7 giorni. La denuncia arriva da Cisl Fp e Pasquale Ciotola. L’aggressione, come appreso da Fanpage.it tramite fonti dell’Asl Napoli 1, è avvenuta stanotte. L’operatrice sanitaria è stata tempestivamente soccorsa dai colleghi. Sul posto sono intervenuti i vigilantes dell’Ospedale del Mare.
Dettagli dell’Incidente
“Stanotte – recita una nota della Cisl Fp – presso l’Ospedale del Mare si è verificato l’ennesimo atto di violenza gratuita contro il personale in servizio presso il pronto soccorso. Durante la notte tra il 22 e il 23 agosto una donna in Triage ha aggredito l’infermiera prendendola per il collo e scaraventandola a terra, soltanto per la lunga attesa, a suo dire. L’operatrice sanitaria è stata prontamente soccorsa dai colleghi, e sul posto sono intervenuti le forze dell’ordine chiamate dai colleghi infermieri. I pronto soccorso degli ospedali napoletani, e non solo, sono ormai divenuti una trincea dove i professionisti rischiano la propria incolumità quotidianamente.”
Richiesta di Maggiore Sicurezza
“La sicurezza dei lavoratori, in un momento estremamente delicato per la sanità italiana, deve essere SEMPRE una priorità assoluta. La Cisl FP si oppone fermamente a qualsiasi atteggiamento di violenza nei nostri ospedali. Chiediamo a chi legge in indirizzo la massima attenzione e interventi risolutivi volti a contrastare qualsiasi tipo di offesa.”
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