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Circumvesuviana, avaria a un treno: viaggiatori obbligati a proseguire a piedi

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Circumvesuviana, avaria a un treno: viaggiatori obbligati a proseguire a piedi

Nel tardo pomeriggio del 23 agosto, un treno della Circumvesuviana diretto a Sarno ha subito un’avaria tra le stazioni di San Giovanni e Barra, costringendo i passeggeri a scendere e raggiungere a piedi la banchina più vicina.

Un treno della linea Circumvesuviana è andato in avaria nel tardo pomeriggio di ieri, causando notevoli disagi alla circolazione ferroviaria cittadina. Partito da Napoli, il convoglio ha iniziato a manifestare problemi pochi minuti dopo la partenza, fermandosi tra le stazioni di San Giovanni e Barra. Secondo alcuni testimoni, il macchinista ha tentato senza successo di riportare il treno alla banchina di San Giovanni, costringendo i passeggeri a proseguire a piedi sui binari.

La Dinamica dell’Incidente

Il guasto ha coinvolto un treno della linea Napoli-Sarno, partito dalla stazione di Napoli e diretto a Sarno. Una ragazza presente a bordo ha raccontato al quotidiano La Repubblica di aver visto del fumo entrare dai finestrini. Non riuscendo a riportare il treno alla banchina di San Giovanni, il macchinista ha aperto le porte scorrevoli, consentendo ai passeggeri di scendere in sicurezza.

Uno dei passeggeri, un giovane, è stato visto imbracciare un estintore e tentare di spegnere un principio di incendio che si stava sviluppando lungo i binari. Intorno alle 19:40, i viaggiatori hanno continuato il loro percorso a piedi fino alla stazione di San Giovanni.

Disagi e Conseguenze

L’avaria del treno diretto a Sarno ha provocato una serie di disagi su tutta la linea ferroviaria cittadina, protrattisi fino a tarda serata. Come riportato da alcuni viaggiatori tramite post su Facebook, i treni partiti da Napoli e diretti verso le stesse stazioni del convoglio in avaria hanno subito ritardi superiori all’ora. La corsa per Torre Annunziata è stata cancellata a metà percorso, mentre il treno in direzione opposta è stato cancellato del tutto.

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Detenuto aggredisce due ispettori tentando di strangolarli nel carcere di Poggioreale: “Necessario un provvedimento esemplare”

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Detenuto aggredisce due ispettori tentando di strangolarli nel carcere di Poggioreale: “Necessario un provvedimento esemplare”

I sindacati esprimono massima solidarietà al personale coinvolto.

Venerdì 23 agosto, un detenuto albanese 40enne ha aggredito due ispettori della polizia penitenziaria nel carcere di Napoli Poggioreale. Prima ha cercato di strangolarli, poi ha tentato di colpirli con un punteruolo artigianale ricavato da una forchetta di plastica.

Il Sovraffollamento del Poggioreale

Quello del 23 agosto è solo l’ultimo episodio violento in una delle carceri più affollate d’Europa. Attualmente, i detenuti sono oltre 2.000, ben al di sopra della capacità prevista di 1.600 posti. Soltanto due giorni fa, un detenuto italiano ha incendiato il materasso della sua cella dopo che una visita programmata è stata annullata. Secondo Tiziana Guacci del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, l’uomo ha cambiato idea, ma non era più possibile modificare la decisione.

In merito all’aggressione del 23 agosto, Tommaso De Lia e Luigi Castaldo del Con.si.pe Campania hanno chiesto provvedimenti severi e concreti. “Questi episodi gravissimi devono indurci ad adottare misure serie e concrete,” ha dichiarato De Lia, “da tempo chiediamo che i detenuti extracomunitari siano espulsi definitivamente dal nostro Paese”.

Castaldo esprime piena solidarietà al personale aggredito e sottolinea l’importanza di un pronto intervento legislativo per gestire il fenomeno delle aggressioni. “È necessario lanciare un messaggio chiaro e concreto a chi si rende autore di tali violenze”, afferma Castaldo, chiedendo “provvedimenti esemplari e deterrenti che fungano da monito”.

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Musica alta e schiamazzi a Piazza del Gesù: invitati a cessare, aggrediscono i vigili

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Musica alta e schiamazzi a Piazza del Gesù: invitati a cessare, aggrediscono i vigili

Tre Agenti di Polizia Aggrediti in Piazza del Gesù, Coppia Accusata di Violenza e Resistenza

Tre agenti di polizia locale sono stati brutalmente aggrediti in Piazza del Gesù a Napoli, riportando ferite tali da richiedere il ricovero in ospedale. Gli agenti hanno ricevuto una prognosi di cinque giorni. Gli aggressori sono una coppia, ora nei guai per violenza e resistenza a pubblico ufficiale.

Aggressione Scatenata da Musica Ad Alto Volume

In Piazza del Gesù, nel cuore di Napoli, la coppia, un uomo rumeno e una donna colombiana naturalizzata italiana, disturbava cittadini e turisti con musica ad alto volume senza alcuna autorizzazione. Quando la polizia locale li ha invitati a smettere, i due hanno reagito violentemente, aggredendo gli agenti con calci e pugni. Tre poliziotti municipali sono stati feriti e portati in ospedale, con una prognosi di cinque giorni. L’episodio è accaduto la sera di venerdì 23 agosto. La coppia è stata fermata per violenza e resistenza a pubblico ufficiale e sottoposta a fermo di polizia giudiziaria. Il pm di turno ha disposto il rito per direttissima, che si terrà questa mattina. Le autorità stanno verificando eventuali precedenti specifici dei due individui.

Dichiarazione del Sindacato CSA della Polizia Locale

Antonio D’Amato, Coordinatore CSA Polizia Municipale di Napoli, ha commentato l’episodio, sottolineando il rischio costante di aggressione per gli operatori di polizia municipale. Ha evidenziato anche il problema del mancato riconoscimento della categoria come usurante e della conseguente perdita economica per gli agenti durante i giorni di infortunio. Il sindacato CSA ha denunciato l’accaduto e ribadito l’importanza di un intervento legislativo in materia, come richiesto dall’Unione Europea.

Altre Operazioni di Polizia

Nello stesso periodo, altre due operazioni di polizia amministrativa e giudiziaria sono state condotte dagli agenti dell’unità operativa Avvocata. In via Toledo, un cittadino georgiano è stato fermato per furti ripetuti presso i negozi Carpisa e Victoria’s Secret. L’individuo è stato identificato e si attende la querela di parte per procedere legalmente. In Piazza Carità, un altro cittadino, dopo essersi sottratto a un posto di controllo, è stato fermato e denunciato per rifiuto di declinare le generalità e resistenza a pubblico ufficiale.

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Un uomo senza vita a Napoli: lesioni da arma da taglio sul corpo

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Un uomo senza vita a Napoli: lesioni da arma da taglio sul corpo

Ieri mattina a Napoli, in Vico Colonne al Lavinaio, è stato trovato il corpo senza vita di un uomo. La vittima presentava diverse ferite d’arma da taglio ed è stato fermato un uomo di 61 anni, sospettato del delitto.

Dinamica del Delitto

Lo hanno trovato in strada, riverso sull’asfalto, con diverse ferite d’arma da taglio. È giallo sulla morte di un uomo straniero, non ancora identificato, che nella tarda serata di ieri è stato rinvenuto privo di vita in Vico Colonne al Lavinaio, a Napoli. Per lui, all’arrivo dei soccorritori, non c’era già più nulla da fare. I sanitari del 118 non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Sul posto, per le indagini del caso, sono giunti i carabinieri della compagnia Stella, che questa mattina hanno fermato un uomo di 61 anni sospettato del delitto. L’uomo, che è stato sottoposto a interrogatorio, sarà condotto in carcere per la convalida dell’arresto. I militari stanno lavorando per risalire all’identità della vittima e comprendere la dinamica dell’accaduto, al momento non ancora chiara.

Indagini e Autopsia

Sul corpo della vittima è stata disposta l’autopsia, mentre gli investigatori proseguono con gli accertamenti per capire cosa sia accaduto. Il corpo presentava numerose ferite, segno che potrebbe esserci stata una colluttazione tra la vittima e il suo aggressore, forse per una discussione scoppiata poco prima e poi degenerata. A quanto si apprende, ci sarebbe stata una discussione per motivi ancora da chiarire, al termine della quale il 61enne avrebbe preso un coltello e colpito ripetutamente la vittima, impossibilitata a difendersi. L’assassino l’avrebbe lasciata sanguinante a terra, senza prestare alcun soccorso. Sarà l’autopsia a stabilire se l’uomo sia morto immediatamente dopo le coltellate, o se il suo aggressore lo abbia lasciato agonizzante, senza chiamare i soccorsi che, forse, avrebbero potuto salvarlo.

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